Non pioveva, ma sembrava che l’aria stessa avesse memoria d’acqua.
Danzica brillava di quel tipo di luce che non si capisce se viene da fuori o da dentro le case.

Claudia aveva scelto quella mansarda baltica per lavorare in pace. Restauratrice di vetri veneziani, viaggiava per brevi periodi ospite in case che sembravano aver atteso qualcuno come lei: mani leggere, occhio attento, silenzi beneducati.

Quella casa aveva finestre basse e lunghe, come ciglia socchiuse. L’aveva scambiata con un collezionista d’ambra polacca in trasferta a Murano. Gli accordi erano stati rapidi, le foto suggestive, e dentro aveva trovato tutto in ordine: scaffali con oggetti marittimi, una poltrona sfondata, una cucina compatta e un orologio a pendolo fermo sulle 3:17.

La prima notte saltò la corrente. Nessun preavviso, nessuna tempesta. Solo buio improvviso.
Claudia, più incuriosita che spaventata, prese una delle lanterne a olio trovate in un armadio e iniziò a girare per la casa. Ogni vetro le restituiva un riflesso diverso: il suo viso distorto, una figura alle spalle, un vecchio simbolo inciso. Forse era solo il buio. O forse la leggenda scritta su un foglio stropicciato appeso dietro una porta, in italiano claudicante:
“Chi accende la luce nel punto sbagliato, risveglia l’uomo del mare.”

La mattina dopo, ancora senza corrente, notò che alcuni vetri sulla mensola avevano cambiato disposizione. Uno era leggermente scheggiato, come se fosse stato urtato con cautela.
Sul tavolo trovò una conchiglia non sua.
Nel riflesso della finestra, il suo viso sembrava sorridere. Ma lei non stava sorridendo.

Non ne parlò con nessuno.
Continuò a restaurare piccoli oggetti, usando la luce naturale e il fuoco delle candele.
Durante la terza notte scrisse nel suo diario:
“Certe case non vogliono essere illuminate. Vogliono essere intuite.”

Quando ripartì, lasciò sul ripiano una piccola perla di vetro veneziano.
E accanto, un biglietto:
“Se torni, non accendere tutto. Non serve.”

“Mansarda a Danzica durante blackout, oggetti in vetro, atmosfera sospesa e luminosa”