Tragedia e comicità.Questa la convivenza nel Don Giovanni di Mozart. E proprio l’Ouverture, eseguita questo pomeriggio (replica domani alle ore 20.30) sembra rispecchiare questo eterno dualismo, dall’Andante introduttivo alla carattere brillante dell’Allegro. L’esecuzione del Concerto per clarinetto e orchestra K 622 che non fu frutto di un’esigenza interiore del compositore austriaco, ha messo in evidenza l’insuperabile tecnica mozartiana che fece la fortuna dello strumento tanto caro ai romantici da cui il bravissimo clarinettista Andew Marriner ha sfruttato l’ampio ventaglio di sonorità per proporre al pubblico una delle pagine più belle di Mozart.La seconda parte è stata dedicata al compositore finlandese Jean Sibelius. Composta nel 1907 la la Terza Sinfonia op.52 inaugura la svolta classicheggiante che segna il distacco dalla produzione musicale precedente, influenzata dal romanticismo tedesco.Scrisse un grande contemporaneo di Sibelius, Ferruccio Busoni, in occasione del suo cinquantesimo compleanno: “Sibelius si sviluppò velocemente e con sicurezza sul terreno dell’arte popolare finnica, un terreno che egli non abbandonò mai – se non per un periodo passeggero, in cui un’ondata cajkovskiana lo condusse in una via traversa. Ma superò questo influsso per tornare, purificato e più maturo, al terreno suo proprio e affermarvisi d’allora in poi. Sibelius si potrebbe chiamare uno Schubert finnico. La melodia del suo paese gli scorre dal cuore nella penna. Maestro della tecnica strumentale egli domina la forma e orchestra con naturalezza. E come persona sa avvincere e conquistarsi gli amici: è altrettanto intelligente che originale”.