Ritratto di un epoca, Ogni cuore umano di William Boyd per Neri Pozza, è uno di quei romanzi che vorresti non finisse mai. Ma arriva l’ultima pagina e con il libro chiuso quasi si materializza Logan Mountstuart, il protagonista, che negli Anni Trenta vive a Londra, frequenta Cyril Connolly, Virginia Woolf e l’intero gruppo di Bloomsbury. A Parigi divennta amico di Joyce, Picasso, Hemingway e, in Spagna, durante la guerra civile, è un fiero combattente e, durante la seconda guerra mondiale, in compagnia di Ian Fleming, una perfetta spia dell’intelligence britannica. Nel dopoguerra newyorchese è a suo agio tra i bohémien dell’ avanguardia artistica e, negli Anni Setttanta, è di nuovo in Inghilterra, dove gli accade inconsapevolmente di fare da corriere alla Baader- Meinhof. Logan, uomo dalla infinite personalità, è scritttore, dandy, seduttore, ciarlatano, spia. In perfetta sintonia con l’immagine del secolo scorso ci appare mostro e nobile, bestia e intellettuale, in un caleidoscopio di situazioni che altro non sono che specchio dei tempi.