Tra sabato 24 e domenica 25 gli orologi degli italiani arretrano di un’ora: è il tanto atteso ritorno all’ora solare, il cambio orario di stagione che restituisce ai dormiglioni quei sessanta minuti di sonno prezioso persi in primavera. La domenica successiva all’indietro tutta delle lancette si dormirà un’ora in più. Ma i disagi per il piccolo shock biologico inflitto dal nuovo orario non mancheranno. Specie per chi soffre di Seasonal Affective Disorder (depressione stagionale): una sindrome che predispone agli sbalzi umorali, alla negatività e alla fiacchezza fisica. Alcuni studi, come quelli pubblicati di recente sul New England Journal of Medecine, hanno rilevato che l’organismo subisce più scossoni per il cambio orario primaverile, con lo slittamento di un’ora in avanti. “Anche l’evento autunnale, però, si colloca in una stagione già problematica per i soggetti più sensibili alla progressiva diminuzione delle ore di luce – chiarisce il dottor Ascanio Polimeni, esperto di cronobiologia e membro del comitato scientifico dell’International Hormone Society. I sintomi dell’alterazione organica sono quelli di un blando jet lag: brusco cambiamento dei ritmi sonno-veglia, astenia, tensioni, nervosismo. Il piano di pronto intervento è già stilato: “Evitare gli stress eccessivi e fare docce alternate caldo-freddo, che aiutino ad armonizzare il ritmo della temperatura corporea – prescrive Polimeni. – Nella notte di sabato, coincidente con il cambio d’ora, organizzarsi per dormire almeno otto ore. Fondamentale stare all’aperto tutti i giorni per un minimo di mezz’ora, meglio se passeggiando: la luce naturale regola tutti i ritmi e influisce sulla secrezione dei neurotrasmettitori che modulano l’umore, in particolare il rapporto serotonina – melatonina e cortisolo – melatonina”. Sul fronte alimentare, aggiunge Massimo Cocchi, presidente dell’Associazione ricercatori nutrizione e alimenti: “Moderare il consumo di alcol, caffè o altri cibi e bevande eccitanti. Evitare gli alimenti troppo grassi, soprattutto la sera. Si, invece, a quelli ricchi di L-triptofano, che favorisce la sintesi della serotonina e, di notte, della melatonina, come carni magre, pesce e legumi”.