Grace Rwaramba, 42 anni, di origini ruandesi, è l’ex bambinaia dei tre figli di Michael Jackson (Prince, 12 anni; Paris, 11 e Prince Michael II, 7) e la sua testimonianza sui turbolenti trascorsi del defunto Jacko è l’ultimo tassello di una retrospettiva che sta appassionando legali, medici e semplici curiosi. “Dovevo ripulirgli spesso lo stomaco. Prendeva così tanti farmaci! C’erano giorni in cui stava così male che impedivo ai bambini di vederlo” ha affermato la tata, confermando la notizia di una trascinata dipendenza di Jackson da diversi tipi di medicinali, tra cui tre potenti antidolorifici. La famiglia del cantante ha richiesto una seconda autopsia e per i risultati decisivi, che chiariranno le cause dell’arresto cardiaco costato la vita a Jacko, bisognerà attendere almeno altre sei settimane. I tentativi di Grace di redimere il cantante dalla sua schiavitù ai farmaci e di allontanarlo dall’oscura influenza della Nazione dell’Islam, la setta estremista che lo aveva irretito negli ultimi anni, sono stati la causa dell’allontanamento della donna dalla custodia dei tre bambini, lo scorso dicembre. La tata ha aggiunto all’inquietante ritratto della popstar la notizia della sua incapacità di gestire il denaro: “Michael non aveva alcun senso del denaro” e, quando non ne sperperava cifre folli, era solito nasconderlo in grandi sacchi dell’immondizia o sotto i tappeti della sua reggia di Los Angeles. Mentre questi aneddoti completano il ritratto fosco di un mito dai molti peccati, un esercito di irriducibili fan di Jacko continua a sperare nel miracolo: dopo le insinuazioni provocatorie dell’Osservatore Romano, che aveva dubitato dell’effettiva morte del cantante, blog e siti web sono stati presi d’assalto da molti presunti testimoni che giurerebbero di aver visto Jackson nelle ore subito successive alla notizia del suo decesso. C’è chi afferma e si augura, a dispetto di ogni evidenza, che il genio istrionico del pop mondiale se la stia ridendo di tutti in un bunker segreto nella sua Neverland.