La composizione della Quarta Sinfonia in mi bemolle di Anton Bruckner va a sovrapporsi a quella della precedente in re minore, la Terza, e con essa si pone parzialmente in contrasto, o almeno in complementarità: se l’altra aveva un’impronta più ieratica, questa si mostra più propensa al pathos, a tratti persino appassionata. La denominazione di Romantica non venne attribuita da estranei, ma scelta e giustificata dallo stesso Bruckner: che descrisse al maestro di coro della “sua” cattedrale di Sankt Florian il paesaggio immaginario cui si era ispirato: “Città medievale – dalle torri civiche risuonano i segnali della sveglia mattutina – le porte delle mura si spalancano – su fieri destrieri i cavalieri balzano fuori, verso gli spazi aperti l’incantesimo del bosco li avvolge – mormorio della foresta, canto di uccelli – e così prosegue a svilupparsi il quadro romantico”. Questo è il significato del richiamo enunciato dal corno, proprio all’ esordio della Sinfonia: un semplice intervallo di quinta, niente più che un rintocco, il più “naturale” ed elementare dei rapporti fra suoni diversi; e sullo sfondo gli archi, in un sussurro che pare brusio di fronde. Se la versione primitiva della Quarta Sinfonia venne ultimata già alla fine del novembre 1874, la revisione definitiva impegnò Bruckner ancora dal 1878 al 1880 e comportò modificazioni sostanziali. Le Quattro Stagioni è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: Il cimento dell’armonia e dell’inventione. Uscirono dalle officine tipografiche dell’editore Michel-Charles Le Cène ad Amsterdam nel 1725, ma è lo stesso Vivaldi ad affermare, nella dedica al conte Morzin, che erano stati composti precedentemente: i diversi manoscritti ritrovati presentano alcune differenze che confermano quanto dichiarato dall’autore. Ciascun concerto de “Le quattro stagioni” si divide in tre movimenti, dei quali due, il primo e il terzo, sono in tempo di Allegro o Presto, mentre quello intermedio è caratterizzato da un tempo di Adagio o Largo, secondo uno schema che Vivaldi ha adottato per la maggior parte dei suoi concerti. Ogni concerto si riferisce ad una delle quattro stagioni: la “Primavera”, l'”Estate”, l'”Autunno” e l'”Inverno”.Si tratta di un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo. Ad esempio, l'”Inverno” è dipinto spesso a tinte scure e tetre, al contrario l'”Estate” invoca l’oppressione del caldo, oppure una tempesta nel suo ultimo movimento. Vivaldi preparò quattro sonetti, uno per concerto. Domenica 22 maggio ore 17.30 Lunedì 23 ore 20.30 Auditorium ConciliazioneVia della Conciliazione 4RomaInfo 800.904.560