Cos’è un “dip”? Forse non avete familiarità con questo termine inglese, ma è facile che abbiate sentito parlare almeno una volta delle patatine “dippers” sempre più diffuse in hamburgeria e contraddistinte da quella particolare forma a barchetta studiata per raccogliere la salsa in un sol boccone, lasciando le posate a chi gode solo a metà. Ebbene, il “dip” è una salsa, un intingolo come suggerisce il verbo “to dip” che descrive l’azione di immergere e tuffarsi, proprio come la patatina concava si tuffa nella salsa e riemerge con la sua camicia gustosa. Il richiamo va alle “zozzerie” da fast food ma non è necessariamente così: e se il dip fatto in casa fornisse un assist perfetto ai bastoncini di carota?

Salsa, sugo e dip: quali sono le differenze
Si tratta di sfumature e non è il caso di essere troppo fiscali, soprattutto quando si tratta di esperimenti culinari tra le mura domestiche, ma il dip è una preparazione particolare che si distingue, in alcune sfumature, dalle salse e dai sughi. La salsa deriva dal latino “salsul”, ovvero “salato” ed è un condimento liquido o cremoso che aggiunge sapore alle pietanze. Mentre il sugo deriva dal latino “sūcus”, cioè succo, ad intendere che il sugo si ricava da una materia prima: dalle verdure, dalla frutta e dalle carni. L’accento non è sull’aggiunta a qualcosa ma sull’estrazione da qualcosa. E il dip? Concettualmente è più simile ad un intingolo, ovvero una salsa, un sugo o un condimento nel quale intingere un alimento.

I dip confezionati: a cosa prestare attenzione
I più diffusi a scaffale si trovano nella corsia “etnica” tra i prodotti d’ispirazione messicana. Ci sono la salsa agrodolce, la rossa piccante, la dip al formaggio e la guacamole. Le prime possono contenere grandi quantità di zuccheri, anche 18 grammi ogni 100 di prodotto, mentre la salsa al formaggio è, in genere, composta da oli, polifosfati, zuccheri, formaggi in polvere e parzialmente sgrassati. Leggendo l’etichetta della dip guacamole ci si accorge di come l’avocado non sia quasi mai in cima alla lista ma venga preceduto abbondantemente da olio vegetale, formaggio e amido modificato.

Dip fatti in casa: idee e consigli
Un buon dip deve avere la consistenza giusta: cremosa e non troppo liquida, possibilmente liscia e vellutata. Come la si può ottenere?

Partendo dalle salse già pronte

I meno esperti possono partire dai twist alle salsa di base già pronte. Ad esempio la senape – sceglietela con poco sale e zucchero – può essere arricchita dal miele e da un pizzico di maionese, oppure la maionese stessa, anche vegetale o nella versione più light allo yogurt, diventa una aioli con l’aggiunta di aglio grattugiato e succo di limone. Dalla pasta di sesamo si ottiene una salsa tahini saporita e salutare allungando con l’acqua e il succo di limone. Mentre il ketchup si può arricchire con la cipolla arrostita per un tocco più dolce ed affumicato.

Frullando le verdure cotte

Un’altra strategia consiste nel partire dalle verdure cotte. Le zucchine saltate in padella con olio, aglio e menta possono essere frullate con una parte di anacardi lasciati in ammollo per una notte. La polpa di melanzana cotta al forno è ottima insieme allo yogurt greco o allo yogurt bianco colato per una consistenza più soda. Anche la polpa di peperone informato si trasforma in un dip super saporito, dopo una passaggio in frullatore con olio extravergine di oliva, pane e mandorle o nocciole tostati.

Utilizzando i legumi

L’hummus può essere considerato un dip? Perché no! Ceci, fagioli e lenticchie cotti e frullati sono la base perfetta per un dip sostanzioso e molto cremoso. L’aggiunta di olio extravergine di oliva, di acqua ghiacciata e l’uso di un frullatore potente garantiscono un risultato vellutato, mentre per il sapore aiutano i classici succo di limone, cumino e tahina. Ma le varianti sono infinite: con la barbabietola, con il pesto di basilico, con l’avocado e la menta, oppure con capperi e pomodori secchi.

Come servire i dip in aperitivo
Le verdure crude come le carote, i peperoni, le foglie di indivia e il sedano – più che perfetto per la forma a barchetta – sono un cucchiaio naturale fresco e light per i dip estivi. Anche se decidete di non optare per i vegetali è fondamentale che il supporto si possa intingere nel dip senza il rischio di spezzarsi al suo interno. Nel regno degli snack confezionati vincono i triangolini di mais, i grissini e i crostini della giusta dimensione. Se il fatto in casa vi si confà, preparate dei crackers croccanti, della focaccia da tagliare a striscioline o dei bocconcini di pane pita. Posizionate comunque un cucchiaino all’interno di ogni ciotola di salsa: l’affondo non è per tutti!