San Francisco promette di essere una città magnifica ancora prima di arrivare: basta guardare come si presenta  all’orizzonte mentre attraversiamo il Golden Gate Bridge. Vivace e colorata, incoronata da tante piccole isolette tra cui spicca quella famosissima di Alcatraz, sede dell’ancor più famosa prigione ormai chiusa dal 1967. Attraversiamo la costa per giungere nel nostro albergo situato vicino a Union Square, e ci rendiamo subito conto di una cosa: nonostante sia situata sull’oceano, San Francisco è un infinito susseguirsi di salite e discese ripidissime, talmente ostiche da non riuscire a vedere la strada sotto le ruote. Continuiamo il nostro tour a piedi procedendo verso il litorale: attraversiamo China Town, l’immancabile quartiere cinese che caratterizza tutte le metropoli americane, e North Beach che, a dispetto del nome, non si trova sulla costa ma è il distretto italiano per eccellenza. Qui ci sentiamo un po’ come a casa, con i proprietari dei mille bar e ristoranti che ci fermano e ci chiedono in napoletano piuttosto che in calabrese, come sta mamma Italia. Ma forse la sensazione di ritrovare un pezzetto della propria patria accumunerà molti turisti: San Francisco, infatti, è un vero e proprio mosaico di razze, etnie e popolazioni che si sono perfettamente amalgamate tra loro.Una chiesa molto carina attira il nostro sguardo a Washington  Square: è la chiesa dei Santi Pietro e Paolo sulla quale, con nostra indicibile meraviglia, capeggiano versi tratti dal I canto del Paradiso della Commedia dantesca: “La gloria di colui che tutto muove per l’universo penetra e risplende”. Una sorpresa che ci entusiasma, e che ci a riflettere su quanto sia lontana questa realtà da quella del nostro clero: un sapore antico come quello della fede cattolica mescolato ad una punta di modernità di una poesia che, per quanto risalga al 1200, è incredibilmente una novità. Proseguendo verso l’oceano, arriviamo a Fisherman’s Wharf, la zona dei pescatori di San Francisco. Sono molti i moli da cui partono le imbarcazioni dirette alle isolette della baia, e per questo motivo è diventata una zona molto turistica. Ma verso il tramonto e all’alba si possono ancora vedere le piccoli imbarcazioni di pescatori che trascinano con le reti il frutto della loro giornata di lavoro, conservando una tradizione antica tipica della città. Il molo più famoso è senza dubbio il Pier 39, dove è presente una piccola comunità di leoni marini proprio accanto a quello che si mostra come un grosso centro commerciale, tutto in legno e con i corridoi all’aperto. Ma il Pier 39 è soprattutto pieno di ristoranti in cui si cucina la Creab Chowder Bread, una zuppa di granchio servita in una scodella di pane tipica di San Francisco. Decidiamo di assaggiarla in un ristorante che si affaccia sull’oceano. Il nostro cameriere, sentendo che siamo italiani, decide di allietarci con l’unica canzone che conosce del nostro bel paese. Non possiamo credere alle nostre orecchie quando capiamo che sta canticchiando “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri, non esattamente una hit dei nostri giorni! Eppure è così: se si cerca un luogo in cui modernità e passato si fondono fino a confondersi, quel posto è proprio San Francisco.