Una sana passeggiata per le vie dello shopping cittadino e la sensazione di aver cominciato male la giornata risulta subito alleviata. È capitato a tutti, almeno una volta, di scaricare la tensione di un momento complicato attraverso un acquisto gratificante. Quando, però, l’istinto di comprare diventa irrefrenabile, sfuggendo al proprio autocontrollo, allora ci si trova di fronte ad una reale sindrome inserita nei manuali di psichiatria: si chiama sindrome da shopping, ed è un disagio psicologico e comportamentale che crea incontrollabili “manie del comprare”, destabilizzando il proprio equilibrio, la vita familiare e quella finanziaria. Vestiti, accessori, scarpe, gadgets di ogni tipo, l’importante non è l’oggetto, ma l’acquisto. La soddisfazione è breve e consegna subito il testimone ad una nuova esigenza di acquistare ancora. Le ultime ricerche individuano tra le donne di 30/40 anni, dotate di carta di credito e indipendenza economica, i principali soggetti dipendenti di questa patologia, ma si registra anche un aumento degli uomini, che tendono ad acquistare oggetti legati ad uno status symbol come pc, palmari e cellulari di ultima generazione. Difficile tracciare il confine tra “shopping controllato” e shopping patologico, dato che la sindrome nasce dall’incontro tra un disagio individuale e uno stile di vita alimentato ed esaltato da una società che incoraggia il comportamento d’acquisto e che crea continuamente falsi bisogni.