SIENA TRA ARTE, PASSEGGIATE E…ANTICHE DOLCEZZE. Le vigne e le colline, il Chianti e il Brunello, Piazza del Campo e i monumenti non sono l’unico motivo per una vacanza a Siena. Ci sono anche eventi interessanti come un viaggio tra letteratura, storia e luoghi simbolici, per scoprire la città e i suoi molteplici tesori. Tra cui i dolci di antica tradizione.

Parliamo del format ideato dal portale Toscanalibri.it, a cura dell’assessorato al turismo del Comune di Siena,  “I colori del libro. Passeggiate d’autore”. Se il prossimo sabato 23 gennaio siete nella bellissima cittadina toscana, non perdetevi l’ultimo appuntamento: VENTI ANNI DI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ. Si parte da Piazza Salimbeni per arrivare a Palazzo Pubblico, Il Campo 1, per scoprire che da 20 anni Siena (1995-2015) fa parte della world heritage list dell’Unesco. Per come abbia saputo conservare importanti caratteristiche della sua struttura medievale, definita dalla stessa organizzazione internazionale “un capolavoro di dedizione e inventiva in cui gli edifici sono stati disegnati per essere adattati all’intero disegno della struttura urbana”. (Info e prenotazioni:0577 391787 – redazione@toscanalibri.it)

Ma Siena è sinonimo anche di dolci, leccornie antiche e leggendarie. Come il panpepato, in seguito panforte: un ‘armonia di farina di grano, miele, spezie, fichi secchi, marmellata, pinoli e pepe che  fin dal 1206 le monache del Monastero di Montecelso, nei pressi di Fontebecci, ricevevano, come tributo, dai coloni censuari del Convento. Dal medioevo al 1887 anno in cui la visita a Siena della regina Margherita e del Re Umberto di Savoia fu omaggiata  con l’invenzione del panforte bianco, utilizzando canditi più chiari e ricoprendo il dolce con uno strato di zucchero a velo.

Dal marzapane alla senese”, preparato con mandorle macinate, zucchero e albume d’uovo e già apprezzato presso i Romani (“panis Martis”, una mescolanza di miele e mandorle) e citato da Ovidio e Virgilio, ai ricciarelli (così chiamati per la forma arricciata) introdotti da un certo Ricciardetto Della Gherardesca che, tornato dalle crociate nel suo castello vicino a Volterra, introdusse per primo l’uso di questi dolci stranieri, arricciati come le babbucce dei Sultani. E ancora il “pan de’ santi”, un dolce guarnito con noci e uvetta, mandorle, miele, pepe, olio e grasso di suino; la “stiacciata di Pasqua”, dolce insaporito con semi di anice e decorato con zucchero a velo; i cantucci risalenti al XVI secolo da “cantellus”, in latino “pezzo o fetta di pane”, una galletta salata che già i soldati romani consumavano durante le campagne militari.

 

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Una storia, dunque, che si perde nella notte dei tempi, quella dei dolci senesi. Più giovane un’altra storia: quella della Famiglia Nannini legata alla tradizione di questa “dolcissima” città da oltre un secolo.

A sedici anni allenava il suo talento vendendo di tutto, lacci, bottoni, aghi per mercati e campagne; a venti allestiva un’impalcatura di universi paralleli (direzione importanti locali commerciali, lavorazione del caffè) fino a conquistare il cuore pulsante di Siena. E’ Guido Nannini il capostipite di un marchio famoso nel mondo come eccellenza italiana. Un secolo di specialità dolciarie che trasmettono tradizione e qualità. Per ritrovare il gusto del passato!