Il caldo pesa, ma non sempre è lui il colpevole. Ecco quando la stanchezza nasconde altro, e come riconoscerlo senza autodiagnosi fantasiose

Giugno, 30 gradi, voglia di dormire in ufficio: ci siamo.
La spossatezza estiva è un classico. Ma quando dura troppo o arriva anche senza afa, conviene fare due domande (e non solo a Google).

Perché la verità è semplice: non è sempre colpa del caldo.
Dietro quella sensazione di “non ce la faccio più” possono esserci carenze nutrizionali, piccoli squilibri o abitudini che ci sfiniscono piano piano.

Ecco una mini-guida per distinguere la normale fiacca estiva da qualcosa che merita attenzione.

☀️ La stanchezza “normale” da estate

Inizia a metà mattina, peggiora nel pomeriggio, migliora la sera. È leggera, ma costante.
Colpa di: disidratazione, pressione più bassa, sonno agitato (grazie zanzare), digestione lenta.

🧴 Soluzioni base: più acqua, pasti leggeri, movimento dolce e no all’aria condizionata sparata in faccia.

💊 Quando sospettare una carenza

Se ti senti stanco appena sveglio, hai giramenti di testa, concentrazione a zero, palpitazioni e muscoli molli… potrebbe esserci sotto una carenza.

Le più comuni in estate:

  • Ferro: soprattutto in donne fertili o vegetariani
  • Magnesio e potassio: persi con il sudore, fondamentali per tono muscolare e nervoso
  • Vitamina D: paradossale, ma se ti esponi poco e usi SPF alti, i livelli possono restare bassi

📌 Non basta l’integratore a caso: servono esami mirati, seguiti da indicazioni reali (non solo “mangia più banane”).

🧠 Anche lo stress estivo esiste

Ferie che non arrivano, ritmi sballati, iperattività da “bella stagione”… tutto può contribuire alla sensazione di essere “vuoti”.
Il corpo va in difesa, e la stanchezza diventa cronica.

🧴 Soluzioni: cicli di sonno regolari, no multitasking, stop alla colpa se ti serve riposare.

📈 Quando sentire il medico

  • Se la stanchezza dura più di due settimane
  • Se compare febbricola, perdita di peso o battiti accelerati
  • Se ti senti “strano” anche a riposo, anche senza caldo

Non è paranoia: è prevenzione.