Era la superfavorita del Britain’s Got Talent di quest’anno. Le sue performance canore sono tra le più cliccate su YouTube (100 milioni i contatti registrati); si professano suoi ammiratori Larry King, Oprah Winfrey e il Presidente Obama. Eppure, Susan Boyle, la zitella scozzese dall’ugola d’oro, si è vista soffiare il gradino più alto del podio dai Diversity, ragazzi londinesi cultori di street dance, che in un sol colpo hanno acchiappato le 100000 sterline del premio e il diritto di partecipare al Royal Variety Show, spettacolo presieduto da Sua Maestà Elisabetta. Nonostante l’amarezza, Susan, 48 anni mal portati, un gatto e un sussidio di disoccupazione, ha sfoderato un invidiabile self control commentando il sorpasso dei suoi rivali: “Bravi, hanno vinto i migliori”. A decretare il verdetto, contrario alle previsioni e alle preferenze dei giudici, il pubblico del talent show di Itv, gemello britannico del nostro X Factor. A nulla è valsa la splendida interpretazione di I dreamed a dream, brano cult del musical I Miserabili, con cui Susan ha coronato la finale: la street dance ha surclassato il fenomeno strambo del “brutto anatroccolo dalla voce d’angelo”. Eppure, molti giurano che l’improvviso bagno di popolarità frutterà alla bruttina stagionata assai più del premio mancato: al di là delle indubbie doti canore, Susan è un’anomalia mediatica troppo succosa perchè i network se la lascino scappare. Alcuni suoi exploit, come la dichiarazione a cuore aperto di non aver mai baciato un uomo e la sua infatuazione in diretta per Pierce Morgan, il fascinoso giornalista membro della giuria, sono merce preziosa, vendibile sul mercato della fenomenologia pop. E i dati di YouTube lo confermano in pieno.