Per il ritorno del Maestro La Vecchia, domenica 19 (ore 17.30) e lunedì 20 (ore 20.30), alla guida dell’Orchestra Sinfonica di Roma, in programma la Sinfonia n.1 in Do Minore Op. 68 nell’ambito dell’integrale delle sinfonie di Johannes Brahms e la Sinfonia n. 104 di  Franz Joseph Haydn. L’ultima sinfonia di Haydn – “la dodicesima che ho composto in Inghilterra”, come scrisse sul frontespizio della partitura autografa lo stesso autore – fu eseguita nella New Room al King’s Theatre, a Londra, il 4 maggio 1795. Due giorni dopo si poteva leggere sul Morning Cronicle: “Seppe ben ricompensare le aspettative dei suoi amici scrivendo per l’occasione un brano che per completezza, ricchezza e valore in tutte le sue parti è considerato dai migliori critici come un’opera capace di superare tutte le sue precedenti composizioni”. Sebbene il titolo “London” o “Solomon” avrebbe dovuto essere applicato a tutte le sue ultime dodici sinfonie, le “londinesi” (nn. 93-104), fu proprio la Sinfonia n. 104 che ricevette entrambi gli appellativi: una sorta di testimonianza simbolica che univa al nome delia città quello dell’impresario che aveva costruito la sua immensa fortuna. Ma la n. 104 fu anche la sua ultima sinfonia, una sorta di testamento spirituale che il vecchio compositore lasciava al nuovo secolo che stava per nascere. La Sinfonia n. 1 in Do minore, Op. 68 si staglia sul panorama contemporaneo come un capolavoro di classica perfezione. I primi appunti scritti da Johannes Brahms risalgono a quattordici anni prima della prima esecuzione del lavoro, cioè al 1862. La prima esecuzione, diretta da Felix Otto Dessoff, fu ascoltata il 4 novembre 1876 a Karlsruhe, in Germania. “Scrivere una sinfonia non è una cosa da ridere” – affermò Brahms – “Non avete idea di come ci si senta a sentire dietro di sé le orme di un gigante come Beethoven”.