La ricetta è sicuramente araba ma la forma e il nome sono italiane. Il torrone è uno dei pochi alimenti che ha una data ufficiale, 1441, anno in cui fu servito a Cremona nel sontuoso menu  per le nozze di Francesco Sforza  e Bianca Maria Visconti. Da allora la produzione si è estesa a tutto il mondo. Ma non esiste una sola ricetta, se ne trovano a decine.

torrone

La scelta degli ingredienti e la lavorazione fanno la differenza. Lo sa bene  Gianni Festa che  partendo da  una storia  familiare iniziata nel 1750 a Santa Paolina, un piccolo borgo fra le montagne dell’Irpinia, continua a Montemiletto una tradizione centenaria. Nocciole avellinesi, una delle varietà più pregiate d’Italia, mandorle pugliesi, miele di acacia di produzione locale e una cottura di oltre 16 ore  nelle torroniere in rame. L’impasto viene lasciato raffreddare a temperatura ambiente, e successivamente viene steso negli stampi in legno, fra due ostie finissime, poi tagliato e confezionato a mano.Il risultato? Un prodotto straordinario per la scelta delle materie prime e l’abilità di chi lo confeziona. Per un’esperienza sensoriale senza limiti.

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Il torrone Di Iorio 1750, come una composizione musicale, viene declinato in mille modi: alla mandorla, alla nocciola, al pistacchio, ricoperto di cioccolato, friabile, tenero…e attraverso nomi evocativi. Come il Monachino, il primo torrone tenero, prodotto ancora oggi, da un’idea di Padre Claudio, un frate del vicino convento dei Cappuccini di Sant’Egidio, che preferiva una versione più morbida del torrone. Dai Peccatucci di Gola (croccantino di mandorle e noccole), alle praline, ai mostaccioli, a Istanti di felicità (torrone friabile farcito con Pan di Spagna imbevuto di liquore e ricoperto di cioccolato fondente), passando per il Panettone artigianale e le deliziose Creme spalmabili, l‘Azienda Di Iorio 1750 si conferma testimone di un’ eccellenza tutta italiana!

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