Finora sono solo 17 in tutto il mondo i casi di contagio tumorale da madre a figlio: una realtà piccola ma comunque preoccupante. In caso di madre affetta da neoplasia, durante il periodo di gestazione può avvenire che le cellule tumorali si trasferiscano al nascituro attraverso la placenta. Normalmente il sistema immunitario del feto dovrebbe fungere da barriera contro le cellule malate, ma se le difese del piccolo sono difettose ecco che il germe si insinua. Lo studio sulle relazioni tra tumori analoghi in madri e figli porta la firma di un gruppo di ricercatori dell’Institute of Cancer Research del Surrey (Gran Bretagna), coordinato da Mel Graves e da Takeshi Isoda dell’Università di Tokio. Stando ai risultati della ricerca, pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS, ottobre 2009), le tipologie di cancro che si prestano alla trasmissione via placenta sono neoplasie del sangue (leucemie, linfomi e mielomi) e della pelle (melanoma). Il caso-simbolo dello studio condotto dai medici britannici è quello di una donna giapponese di ventotto anni, a cui in gravidanza era stata diagnosticata una forma di leucemia. Suo figlio, all’undicesimo mese di vita, ha sviluppato lo stesso tipo di tumore. Procedendo all’analisi delle cellule malate del neonato, l’equipe medica ha rilevato che queste erano la copia clonata di quelle della leucemia materna. Si è concluso pertanto che il male non era stato infuso al bambino attraverso il patrimonio genetico ma tramite diretto passaggio di sangue nella placenta e mancato riconoscimento del tumore da parte del sistema immunitario del nascituro.