A rivelarlo è l’Associazione Italiana di Oncologia medica (AIOM), di cui è in corso, in questi giorni, il X Congresso Nazionale. “La lotta al cancro puo’ progredire velocemente una volta individuata la giusta “chiave”, ha commentato il professor Francesco Boccardo, presidente dell’Associazione, indicando la strada da seguire per il prossimo futuro.La cellula neoplastica, infatti, resiste spesso a terapie farmacologiche tradizionali come la chemioterapia o l’ormonoterapia. Per questo, occorre conoscere gli eventi che causano i tumori, ma soprattutto che ne alimentano la crescita e lo sviluppo.Paradigmatico è l’esempio di Bevacizumab, molecola che blocca il tumore ostacolandone la fabbricazione dei vasi sanguigni, necessari per alimentare di energia le cellule neoplastiche e per farle crescere. A distanza di 5 anni dal primo studio, questo farmaco è già utilizzato per i tumori alla mammella, al colon-retto, al polmone e al rene: l’anticorpo monolocale inibisce la proteina VEFG (Vascular Endothelial Growth Factor), uno dei mediatori chiave dell’angiogenesi, cioè il meccanismo che consente al tumore di crescere e diffondersi.Ma se i farmaci “a bersaglio” rivestono una grossa importanza nella diminuzione della mortalità, non bisogna dimenticare che la prevenzione primaria gioca un ruolo altrettanto importante, come hanno ribadito gli specialisti. La dieta, abbinata ad una regolare attività fisica, diminuisce il rischio tumore del 50%, specie quello al colon, neoplasia che risulta particolarmente legata alla cattiva alimentazione e che costituisce il secondo tipo di cancro per incidenza nel nostro Paese.