A realizzarlo, due istituti napoletani del Consiglio nazionale delle ricerche: l’Istituto di genetica e biofisica (Igb-Cnr) e l’Istituto di biochimica delle proteine (Ibp-Cnr). Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Immunology and Cell Biology. Se la sperimentazione andrà a buon fine, il trattamento terapeutico, non mitigherà solo i sintomi come avviene oggi, ma debellerà alla fonte questa malattia neurodegenerativa. Infatti per la prima volta un vaccino è testato ad indurre una risposta immunitaria in modo da renderla incapace di causare la malattia. Nelle vittime del morbo di Parkinson, il cervello è danneggiato da una proteina anomala, “l’alfa sinucleina”. E il suo accumulo è causa di sintomi come rigidità o tremori.Oggi, alcuni trattamenti possono ridurre i sintomi, ma non risolvere il problema alla fonte. Con questo vaccino, i ricercatori sperano di affinare l’organismo dei pazienti in modo da renderli incapaci di causare la malattia. Questo stato di immunità che si produce con la vaccinazione fa sì che, quando il soggetto, nel corso della vita, viene a contatto con il microrganismo, le cellule-memoria lo riconoscono e sono in grado di dare un’attivazione più veloce e più potente dell’intero sistema immunitario, tale da impedire lo svilupparsi della malattia. Somministrando il vaccino, il sistema immunitario dell’organismo riconosce come estranee le tossine o i microrganismi anche se inattivati e produce anticorpi specifici e, in particolare, le cellule-memoria (linfociti che “memorizzano” le caratteristiche delle cellule estranee).