Alessandro Haber, Paolo Briguglia, Pino Quartullo e Sandra Ceccarelli formano il cast, Mimmo Calopresti firma la regia e i Subsonica mettono a disposizione la loro musica per la realizzazione del corto Uno al giorno. Per denuncare coraggiosamente i danni causati alla salute umana. «Una morte prematura al giorno e 1,8 miliardi di euro l’anno di danni alla salute, all’economia
e all’ambiente. Questi sono i veri numeri di ciò che Enel fa in Italia con il carbone, la fonte
energetica più sporca e impattante per il clima e la salute umana. – afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – Se estendiamo l’analisi alla produzione europea a carbone della multinazionale italiana, abbiamo una stima di quasi 1.100 morti premature l’anno e danni per 4,3 miliardi».
Il carbone è la strada più rapida e dolorosa per alterare definitivamente il clima e per
avvelenare ulteriormente l’aria che respiriamo. Enel deve cambiare subito i suoi piani di
ulteriore sviluppo della produzione da questa fonte.
«Cosa pensano gli italiani sentendo nominare il carbone? In genere più alla Befana che alla
produzione di elettricità. – ha dichiarato Mimmo Calopresti, regista del corto – La sfida che hoabbracciato con Greenpeace è proprio questa: raccontare agli italiani cosa sia realmente quel combustibile fossile, quali danni arrechi alla salute umana, al clima, alla nostra economia. Enel
è una grande multinazionale, un’azienda cardine di questo Paese: ma il 41% della sua
elettricità viene dal carbone. E vogliono pure costruire nuove centrali a carbone. Mi sembra
una follia!»
Greenpeace è impegnata da anni nella denuncia dei danni causati dal carbone impiegato nellaproduzione di energia elettrica. Enel, un’azienda controllata a maggioranza relativa dal governoitaliano, è il primo emettitore in Italia di CO2, il quarto in Europa. Tre quarti della produzionetermoelettrica da carbone, nel nostro Paese, sono appannaggio di Enel che, inoltre, ha inprogramma la realizzazione di due nuove centrali a carbone a Porto Tolle e Rossano Calabro.Greenpeace chiede a Enel la cancellazione dei nuovi progetti, il dimezzamento della produzioneelettrica da carbone entro il 2020 e l’azzeramento al 2030, con un contestuale sviluppo di fontirinnovabili e pulite.
Lo scorso luglio l’azienda ha tentato di censurare la campagna di Greenpeace, trascinando intribunale l’associazione con una richiesta di oscuramento totale delle sue attività di
informazione e protesta e con una richiesta di risarcimento esorbitante. Il Tribunale di Roma
ha rigettato il ricorso di Enel, riconoscendo che la comunicazione di Greenpeace è commisurataall’evidenza dei dati scientifici prodotti, che dimostrano gli impatti del carbone sul clima e sulla salute umana. Nessuna diffamazione o lesione dell’onore, quindi, ma una critica legittima e giustificata. Il giudice, ritenendo che “il nucleo essenziale della notizia riportata da Greenpeace è conforme a verità…”, ha condannato Enel alla rifusione delle spese processuali.