“Aspettando Vasco” potrebbe essere il sottotitolo del Concertone 2009, a cui Mr. Rossi aveva già prestato il nome: Il mondo che vorrei, cover del suo ultimo album. L’edizione numero 20 della kermesse ha ospitato il Blasco a dieci anni dalla sua ultima apparizione in piazza San Giovanni, per l’unica performance live di un 2009 defilato. Le stime dell’Ansa parlano di 300mila fan accorsi solo per Vasco, su un totale che supera gli 800mila (Paolo Belli, durante l’anteprima, ha scherzato sull’abituale guerra dei numeri:“siamo circa 800mila qui, ma la Questura dice 30mila”). Cast ricco, come sempre: tra gli altri, Edoardo Bennato, Irene Fornaciari, Paola Turci, Piero Pelù, Marina Rei, Max Gazzè. Pochi i comprimari all’altezza della guest star: hanno retto il palco gli Afterhours, i Subsonica, e l’istrionico Caparezza, arrivato a bordo di una biga imperiale sorretta da due “precari”. Meno empatici, anche se storici, i Nomadi e la Pfm. Offuscati dall’attesa per Vasco tutti gli altri: dal Supergruppo (Roberto Angelini, Marta sui tubi, Dente, Cesare Basile, Benvenue e Beatrice Antolini) ai Bandabardò agli Smoke, i (semi)esordienti hanno sofferto la sindrome dei “per forza secondi”. Il concerto ha tardato a decollare: l’atmosfera si è animata solo intorno alle 20.30, con gli Afterhours. Sergio Castellitto, nelle vesti insolite di presentatore, non ha certo il carisma dell’imbonitore di folle. La sua conduzione seriosa, legata all’attualità, è iniziata con un invito a recitare il primo articolo della Costituzione (“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”), per toccare a più riprese il tema delle morti bianche, la guerra alle mafie e il dramma abruzzese. A memento del terremoto, sul palco è salito un ospite d’eccezione: la banda comunale di Introdacqua (AQ). Per i figli dei morti sul lavoro è stata indetta una campagna di raccolta fondi per l’assegnazione di borse di studio, a cui i ragazzi del pubblico (età media compresa tra i 15 e i 30 anni), hanno contribuito con sms solidali. Un Concertone umanitario, con la politica relegata a contorno: le poche bandiere rosse sbiadivano tra gli striscioni inneggianti a “Vasco Re d’Italia”. Il superospite è apparso intorno alle 22, intonando Stupendo. In scaletta: Non appari mai (con annessa stoccata a Berlusconi), Vieni qui, una rilettura del brano dei Corvi Sono un ragazzo di strada, T’immagini, Sally, C’è chi dice no, Gli spari sopra e Il mondo che vorrei. Poi Vasco ha omaggiato Castellitto e il suo Non ti muovere con l’inattesa Un senso, colonna sonora del film. Il suo monito ai giovani è stato:“non date troppo ascolto alla televisione e ai telegiornali. Pensate al mondo fatto di piccole cose, quelle che contano”.