La Terra è un coccio rotto. La Terra è una fornace da cui bisogna proteggersi. Gli occhi di una giovane fanciulla, Pella Marsh, scrutano un mondo devastato dall’inquinamento e cercano di capire quel disperato tentativo del popolo umano di ricominciare da un’altra parte. Jonathan Lethem è il visionario autore di questo piccolo capolavoro: “Ragazza con paesaggio”, Tropea editore, pp. 288, euro 15, ci parla di moti dell’anima e delusioni, tra meschinità di adulti e disagi dell’adolescenza. Il luogo prescelto per dare il via a una nuova esistenza è un pianeta da poco colonizzato, quello degli Archisti: in questa piccola comunità di umani è duro per la famiglia Marsh adattarsi alla vita di frontiera. Una sfida difficile che la tredicenne Pella soffre per i disagi dell’adolescenza e per la morte improvvisa della madre, ingenuamente intrappolata tra i giochi di fantasia dei bambini e i giochi di potere e seduzione degli adulti, tradita dalla debolezza del padre Clement, e impotente davanti al fascino coercitivo di Efram Nugent che con i suoi segreti tiene in pugno l’intera comunità. A complicare la situazione il padre decide che né lui né i figli prenderanno i farmaci per contrastare l’azione dei virus del pianeta: Pella, vittima innocente, si ritrova a sprofondare in strani sonni durante i quali trasmigra telepaticamente nel corpo di un bizzarro animale. Maestro della contaminazione dei generi più disparati, Lethem mette in ogni frase una fantasia capricciosa e bizzarra che diventa fantascienza dell’anima, ironica, struggente e delicata per poterci aprire senza remore l’animo dei suoi protagonisti, in fondo non così lontana dalle nostre coscienze.