L’installazione luminosa “HELP the Ocean”, opera dell’artista Maria Cristina Finucci, posta sui resti della Basilica Giulia nel Foro Romano, dal 9 giugno al 29 luglio rivolgerà a milioni di turisti e cittadini romani un grido d’allarme sullo stato del nostro pianeta. L’opera fa parte del ciclo, iniziato dall’artista nel 2013, con la fondazione di un nuovo Stato Federale, il Garbage Patch State, il secondo Stato più vasto al mondo con i suoi 16 milioni di kmq, che comprende le cinque principali “isole” di plastica presenti negli oceani.

Con la promozione del Parco Archeologico del Colosseo, con il supporto della Fondazione Bracco, Maria Cristina Finucci realizza l’installazione “HELP the Ocean” in uno dei luoghi più simbolici e sacri dell’antica Roma e tra i più visitati al mondo. L‘opera formata da un insieme di gabbioni in rete metallica, messi a disposizione da Officine Maccaferri, rivestiti da un ricamo di sei milioni di tappini di plastica colorati, vuole simulare un ritrovamento archeologico che potrebbe essere un giorno emblematico della nostra era,
ribattezzata quindi come l’ “età della plastica”.

Si tratta di un enigmatico impianto architettonico che richiama la sintassi costruttiva dell’architettura antica romana, ma il cui materiale da costruzione non è la pietra, bensì la plastica. Solo da una visione dall’alto però si potrà notare che questa peculiare costruzione forma le quattro lettere della parola HELP, la richiesta di aiuto di un’intera epoca storica, la nostra, finalmente conscia del proprio avviato processo di autodistruzione.

Di notte la gigantesca scritta – si illumina – grazie ad ENEL X – ed è visibile anche da via dei Fori
Imperiali. “HELP è un grido d’allarme – afferma l’artista Maria Cristina Finucci – che non si limita alla pur importante questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta, in cui l’ambiente è legato indissolubilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazione, alla povertà, alle disuguaglianze, ai diritti umani, alla pace”.