2 Giorni a Parigi, primo film scritto, diretto ed interpretato da Julie Delpy, approda nelle sale italiane il 28 settembre. Premiato al Tribeca Film Festival, ha già riscosso grande successo in Francia ed Europa. L’opera prima della Delpy, acclamata dalla critica internazionale per l’esilarente sceneggiatura tratteggiata da un originale umorismo, racconta due intensi e rivelatori giorni di una coppia newyorkese in trasferta a Parigi. Marion (Julie Delpy), fotografa parigina e donna emancipata, ed il suo fidanzato Jack (Adam Goldberg), arredatore newyorkese, decidono, tornando da un breve soggiorno a Venezia, di fermarsi nella città natia di lei. Jack si ritrova immerso in un mondo che difficilemte avrebbe potuto immaginare. Oltre agli ex di Marion deve confrontarsi con i bizzarri genitori del suo “amore” (interpretati dai reali genitori della Delpy), una coppia di anarchici sessantottini le cui abitudini presenti e passate evidenziano una mentalità troppo aperta per i suoi gusti. La serie di fraintendimenti e discussioni che ne nascerà metterà a dura prova il rapporto della coppia.  Julie Delpy ha cominciato a pensare alla realizzazione di questo film circa sei anni fa. Dopo essersi convinta di considerare un progetto a basso budget per la sua opera prima, la Delpy è riuscita a trovare i fondi necessari per la realizzazione del film. Racconta che due frasi hanno convinto i finanziatori. Marion: Io credo che la fellatio sia qualcosa di importante… dopotutto è stata una fellatio a far crollare le ultime speranze di avere una sana democrazia in America. Jack: Ma cos’è questo, un condom taglia bambino? Ma qui in Francia producete condom per bambini?? Dopo esser stata candidata all’Oscar per Prima del tramonto di Richard Linklater, Julie Delpy ha deciso di guardare oltre. Con 2 Giorni a Parigi ha voluto realizzare un film che non risparmia stoccate a nessuno: uomini, donne, francesi, americani. Eppure i soli a sentirsi vagamente offesi sono stati i francesi. Un’antica tradizione impone ai francesi di evitare accuratamente qualsivoglia iniziativa autocritica. Si ritengono un popolo perfetto. Apparentemente la Delpy mette in atto un netto confronto tra la cultura americana e quella francese, in realtà quello che delinea è un unico mondo ma due modi profondamente diversi di intendere l’amore, la famiglia, l’amicizia. Il pesonaggio di Jack liberale, cinico ed emancipato risulta tale fin quando non sente minacciato il suo principio di proprietà privata di cui Marion è parte. A scattare sarà la gelosia che porterà all’inesorabile allontanamento dei due ormai non più in sintonia. Scandito da un tono sarcastico e politicamente scorretto, il film vuole indagare sull’effimera essenza che tiene saldo il rapporto di coppia. L’amore risulta un compromesso la cui forza sta nell’accettare indistintamente pregi e difetti dell’amato/a perché sono questi a renderlo/a unico/a. Quando non si riescono più ad apprezzare queste due componenti allora l’amore svanisce. Si potrà restare amici oppure dimenticarsi ma ciò che deve restare è l’unicità del rapporto.