Nel 2025 il vero lusso non è l’hotel a cinque stelle, né la tenda sospesa tra due pini secolari.
È il divano di qualcun altro.
Il piacere di attraversare una porta che non è tua, dire “che bel tappeto”, e sentirti in viaggio pur restando a 40 minuti da casa.

Benvenuta nel turismo emotivo di prossimità:
andare altrove restando vicini, viaggiare tra atmosfere e dettagli, non tra latitudini.

🧳 Perché funziona?

Perché non ti devi organizzare.
Non devi prenotare voli, calcolare il bagaglio a mano, o scoprire alle 23:42 che hai dimenticato il dentifricio.

Sei ospite, ma in una dimensione che sa di viaggio mentale:

  • lettura di riviste che non compreresti mai
  • colazioni con tazze strane
  • profumi domestici sconosciuti
  • la scoperta di un divano che ti capisce più del tuo terapeuta

🏠 Cosa succede quando entri in una casa non tua

  • Ti rilassi subito, ma in modo educato.
  • Noti i dettagli: le spezie esotiche nel mobiletto, la sedia più vissuta, il cuscino cucito a mano.
  • Ti viene da pensare: “forse nella mia casa non si sta così bene perché è troppo mia.”

Per 48 ore sei uno spettatore affettivo della vita altrui.
Un antropologo da salotto.
Un viaggiatore con pigiama in borsa.

🌱 Il valore del turismo emotivo

Non ti porti via foto da Instagram, ma:

  • una ricetta provata a cena
  • un consiglio di lettura trovato per caso sul comodino
  • una playlist condivisa durante la preparazione del caffè

E soprattutto: una nuova idea di casa, filtrata attraverso l’affetto e la prossimità.

💡 A chi è adatto?

  • A chi ha finito le ferie ma non la voglia di “andare da qualche parte”
  • A chi ama esplorare abitudini più che monumenti
  • A chi preferisce dire “che profumo strano hai in casa” piuttosto che “guarda che tramonto a Bali”