“La “Poesia”… Entità misteriosa e sacra… resta sepolta nell’animo per mesi, decenni, secoli, per poi vibrare un giorno – all’improvviso – una sottile, flebile, nota… … nulla di ciò che penetra nell’animo viene semplicemente espulso; tutto lascia un segno, una traccia indelebile che ci plasma in profondità, e  che poi, subitamente, ricompare… una frase, un verso, una parola che credevamo aver dimenticato e a un tratto – enigmatico abisso dell’inconscio – eccolo di nuovo riaffiorare in superficie…”. Questo l’incipit della raccolta poetica Il sorriso del silenzio, antologia edita Ennepilibri, della scrittrice esordiente Angela Franchella. Una breve introduzione prosastica c’immette, direttamente, nel vivo dell’opera – coinvolgendo il lettore in un viaggio all’interno della “Poesia” e del proprio Io. Il concetto tradizionale di poesia aulica e accademica viene rovesciato, e, partendo dal basso – dalla polvere delle strade e dalla luce intermittente dei semafori – si afferma un’idea di lirica che trae linfa e ispirazione vitale dal quotidiano, da quell’angolo di mondo che ciascuno, quotidianamente, si trova ad esperire.Proseguendo nella prefazione, leggiamo difatti: “Cosa c’è di più aderente alla Vita della Poesia? […] Striscia, sottile, intorno al nostro Io, qualcosa di mistico e impalpabile che solo di rado riusciamo a guardare in viso…Piangiamo, ridiamo, urliamo, amiamo, e Lei è sempre accanto a noi… Siamo solo troppo miopi per vederLa, mentre ci occhieggia lenta dietro la scrivania, o sul banco accanto al nostro, nel tenero sorriso di un bambino, negli occhi rugosi di quel vecchio che tante volte, per strada, passando, abbiamo ignorato”. Per l’autrice, dunque, la poesia è: “rivelazione, illuminazione dell’istante”, capacità di bloccare una scheggia dell’esistere per donarlo – immortale – agli altri.Un’ispirazione genuina e autentica si rintraccia nei componimenti che si susseguono scanditi da intervalli temporali, seguendo il ritmo del cuore e delle emozioni, dando voce all’amore, al dolore, alla rabbia e all’angoscia, coinvolgendoci in un percorso che è anche riflessione sul reale e, in ultima analisi, su noi stessi.Dal chiuso di spazi polverosi e grevi, Il sorriso del silenzio immette il lettore direttamente nella vita reale, spingendolo a guardarsi intorno con occhi più attenti e recuperando quel senso del mistero e della magia che in un’era ipertecnologica come la nostra si sta lentamente spegnendo.