«Ho captato un ritorno ai luoghi lasciati e ho intravisto in questa tendenza la fine di un’epoca. Le grandi città non riescono più a dare le occasioni di prima e appena possono i giovani finiscono per tornare laddove sono nati». Silvia Avallone, tre anni dopo il successo di “Acciaio”, riappare in libreria e racconta in anteprima a “Io donna” (in edicola sabato 14 settembre) il suo nuovo romanzo, “Marina Bellezza”,  ambientato nella valle Cervo, nel Piemonte orientale, a ridosso di Biella, “il luogo dei miei nonni”.  I protagonisti della storia sono Marina Bellezza, 22 anni, spirito ribelle, cantante di talento, e Andrea Caucino, 27 anni, bibliotecario con la vocazione del margaro. I due si lasciano e si riprendono, ma rimangono sempre legati da un amore “sacro” – come arriva a definirlo l’autrice – che dura dall’adolescenza ed è destinato a non finire mai. Ma il libro è anche l’analisi di una recente tendenza giovanile.  «Trovo nei comportamenti dei venti-trentenni di oggi – spiega Avallone – quasi una polarizzazione: o se ne vanno dall’Italia delusi e amareggiati o lasciano i grandi centri e tornano nei paesi dove sono nati. Lo fanno perché i prezzi delle case sono più bassi ma soprattutto perché cercano e trovano una grande libertà». Ma poi passa a parlare anche di sé, di come ha vissuto dopo il successo di “Acciaio”: «Ho passato molto tempo a girare l’Italia e mi è servito per lasciarmi alle spalle le atmosfere di Piombino. Nei tre anni che sono passati il nostro Paese è cambiato profondamente e ho avuto la possibilità di rendermene conto. Nel 2012 ho trovato il tempo per laurearmi lavorando su La Storia di Elsa Morante».