Lo hanno confermato, in una nota, i medici del Centro di ricerca e formazione ad alta tecnologia nelle scienze biomediche dell’Università Cattolica di Campobasso, che hanno eseguito l’intervento: “L’amputazione della gamba”, così, “non è più necessaria, e al momento la paziente sta bene ed è tornata a camminare”.
La donna, colpita dalla malattia irreversibile, su un arto inferiore, con conseguenti gravi problemi di circolazione, ha, infatti, subito l’eccezionale trapianto lo scorso 23 settembre ed ora, a distanza di un mese, è risultata in buone condizioni: il controllo ambulatoriale non ha rilevato i dolori tipici della cancrena, la temperatura della gamba operata è apparsa normale e la donna, da qualche giorno, ha ripreso con prudenza a camminare.
I medici hanno, quindi, spiegato che l’utilizzo delle staminali è mirato proprio a far “rinascere”, almeno in parte, i vasi, così da assicurare la circolazione e mantenere in vita l’arto in via di necrotizzazione.
I componenti dell’equipe multidisciplinare, coordinata da Francesco Alessandrini, direttore del Dipartimento di malattie cardiovascolari della Cattolica di Campobasso, hanno, dunque, chiarito che lo scopo della sperimentazione “non è rivoluzionare le metodiche tradizionali di trattamento di queste patologie vascolari, che mantengono tutta la loro validità, ma di offrire un’ulteriore ed efficace possibilità ai pazienti in cui le altre terapie si sono dimostrate inefficaci”.