Donano la colorazione rossa violacea-bluastra tipica dei frutti del sottobosco come lamponi e mirtilli ma anche del vino rosso o di ortaggi come il radicchio o il cavolo rosso. Sono i polifenoli, una grande famiglia di antiossidanti alla quale appartengono anche le antocianine. L’assunzione di vegetali ricchi di antocianine (o di estratti titolati di antocianine) come i mirtilli (ma anche more, lamponi, fragole, arance rosse e uva nera) specie in estate viene tipicamente consigliata per migliorare la circolazione e per l’azione protettrice sull’endotelio dei vasi sanguigni. Anche se sono tantissime le altre azioni benefiche attribuite a queste sostanze. A questo proposito, può essere interessante segnalare che in un cestino di mirtilli (frutti che hanno una concentrazione di 300-400 mg/100 g) si trovano più antocianine che in un litro di vino rosso.

Alta qualità ma basso assorbimento

Quindi, se da una parte sono abbastanza note le qualità salutari di queste sostanze, dall’altra si pone il problema della loro biodisponibilità. Il nostro organismo, difatti, assorbe solo una piccola quantità di polifenoli dagli alimenti, circa il 5-10% della quantità ingerita (anche meno in certi casi). Di conseguenza la ricerca scientifica sta cercando si scoprire nuove associazioni con altre sostanze alimentari che siano in grado di migliorare l’assorbimento. Per inciso, alcuni fattori che possono variare l’assorbimento intestinale dei polifenoli sono la composizione del pasto e dei diversi alimenti (ad esempio si ipotizza che la pectina ne migliori l’assorbimento), il microbiota intestinale e anche le condizioni personali di salute.

Novità all’orizzonte?

All’interno di questa cornice va inserita una nuova ricerca pubblicata su Journal of Agricultural and Food Chemistry, secondo la quale l’associazione tra mirtilli e alcune proteine del latte o dello yogurt ne migliorerebbe la biodisponibilità. Va precisato che i test che hanno rivelato una maggiore concentrazione di polifenoli nel sangue non sono stati effettuati sugli uomini ma su animali di laboratorio. Va però aggiunto che spesso questi tipi di ricerche vengono per lo più effettuate in vitro (risultando perciò meno affidabili) e non in vivo. Le proteine testate dai ricercatori sono le caseine, in particolare l’α-caseina che in uno studio precedente sempre dello stesso team (ma non in vivo) aveva dato risultati incoraggianti.

In pratica, i ricercatori hanno osservato che gli aminoacidi che compongono la caseina, in un certo senso “incapsulano” le molecole di antociani, migliorando la loro stabilità nell’intestino e consentendone un migliore trasporto nel flusso sanguigno. Il prossimo passo degli studiosi sarà quello di verificare direttamente sugli uomini questi effetti, capendo anche se – oltre alle proteine da sole – il naturale abbinamento tra mirtilli e latte o yogurt può risultare sinergico oppure no. Nel frattempo la cosa più consigliabile da fare è quella di assumere i mirtilli variando le modalità e le associazioni. Tenendo conto che oltre ai polifenoli i mirtilli apportano comunque altre sostanze benefiche e che sono amici della glicemia.

FONTE: CUCINA NATURALE