Nella lingua dell’antico Egitto, kamut significa al tempo stesso frumento e “anima della terra”. Questo prezioso cereale che risale ad epoche antichissime, si distingue dai suoi simili per l’elevato valore nutritivo, il gusto eccellente e un effetto meno allergenico rispetto al grano comune. Considerato un venerabile antenato dei nostri grani duri moderni, il kamut nasce nelle regioni fertili del Medio oriente antico. Nel corso dei secoli cadde in disuso e la sua coltivazione praticamente abbandonata. Ma alcuni anni fa, una famiglia di agricoltori biologici americani del Montana, i Quinn, reintrodusse la coltura del kamut e lo lanciò sul mercato internazionale. Oggi il grano kamut viene prodotto esclusivamente mediante coltivazione biologica e commercializzato in diverse lavorazioni presentando qualità eccezionali. Per il suo sapore intenso, burroso e più dolce rispetto ai grani moderni, il kamut non ha retrogusto e conferisce ai prodotti cerealicoli una maggiore consistenza oltre che un colore più dorato anziché marrone scuro. Il valore nutritivo nettamente superiore a quello dei cereali moderni è dovuto a percentuali più elevate (dal 20 al 40 % in più rispetto al grano comune) di proteine, lipidi, amminoacidi, vitamine e minerali. Inoltre il kamut presenta caratteristiche di ottima digeribilità e di versatilità. Può essere utilizzato nelle ricette più svariate sotto forma di pane, pasta, biscotti, muesli, minestre e insalate. Il succo che si ricava dai germogli costituisce un estratto vegetale di eccezionale valore nutritivo. Riscopriamo dunque il kamut, battezzato “grano del re Touth” sulla scorta di una leggenda secondo la quale i semi furono trovati…in una tomba egizia!!