Buone notizie dalla Gran Bretagna. Un farmaco per l’amiloidosi, sviluppato 10 anni, trova oggi un nuovo impiego nella lotta ad una delle più diffuse malattie neurodegenerative: il morbo di Alzheimer. Attualmente In Italia sono più di 500 mila le persone a soffrire di questa patologia. 24 milioni quelli censiti nel mondo, di cui 6 milioni solo in Europa. Si potrebbe bloccare il progredire della malattia grazie al farmaco inglese che interferisce con il processo di formazione di placche proteiche ai danni delle cellule nervose. Questo risultato è dovuto ad un componente: il CPHPC, una molecola in grado di eliminare le proteine tossiche (SAP) che, attaccando le fibre nervose del cervello, portano il malato ad uno stato di demenza degenerativa invalidante.  Lo studio pubblicato sul PNAS (Proceedings of the national academy of sciences) riporta i risultati “miracolosi” del farmaco di Mark Pepys. Testato su 5 persone affette da Alzheimer, dopo 3 mesi di sperimentazione non avevano più tracce di Sap. La malattia aveva smesso di progredire. Notevoli le potenzialità del CPHPC. Questa molecola, infatti, non si spezza e la sua azione è mirata. Non interagisce con altre cellule e di conseguenza limita gli effetti collaterali, perfetta, dunque, per un trattamento a lungo termine. Pepys è ora alla ricerca di finanziamentiper reimpostare la sperimentazione su vasta scala. Il costo sarà di circa 4 milioni di sterline.