Settembre 1944 – La bellissima ed esuberante cantante ebrea Rachel Steinn (CARICE VAN HOUTEN) fugge dalla Germania nazista per rifugiarsi in Olanda. Grazie all’aiuto di esponenti della resistenza capeggiati da Kuipers (DEREK DE LINT), di cui diverrà alleata, Rachel riesce tra mille peripezie a sfuggire a un eccidio che coinvolge la sua stessa famiglia, massacrata sotto i suoi occhi dai soldati nazisti del comandante Franken (WALDEMAR KOBUS). Per vendicarsi di chi, tradendo, ha favorito la carneficina, Rachel assume una nuova identità che le consente di infiltrarsi tra gli alti ufficiali tedeschi nei panni di una seducente e impudente spia capace di superare tutti i check point. Niente e nessuno faranno rinunciare Rachel a perseguire i propri disegni di vendetta.

Intervista a PAUL VERHOEVEN, regista

“Volevo che BLACK BOOK fosse un film realistico e provocatorio. Mostreremo un volto inedito dell’Olanda del 1945.”

Verhoeven torna a lavorare in Olanda dopo venti anni di successi hollywoodiani. E’ stato felice di tornare?
“Sono stato molto felice. Finalmente, potevo realizzare una sceneggiatura alla quale Gerard Soeteman ed io avevamo lavorato per vent’anni: non riuscivamo a trovare il giusto epilogo per la nostra storia. Il punto di partenza era sempre lo stesso: un gruppo di ebrei tradito e massacrato nella zona fluviale dei Paesi Bassi e la ricerca ossessiva del traditore. Ci immaginavamo un ragazzo per protagonista, il che costituiva un problema, poiché non sapevamo come farlo infiltrare in modo credibile tra gli ufficiali tedeschi. Tre anni fa Gerard trovò la soluzione: la protagonista sarebbe stata una donna. L’intricata matassa di scene che avevamo in mente si è all’improvviso dipanata fino a trovare il giusto finale.”

Come descriverebbe BLACK BOOK?
“Come un thriller ispirato a eventi reali. Tutte le storie in Black Book si possono ricondurre a dei fatti realmente accaduti. La maggior parte dei personaggi sono ispirati a persone davvero esistenti all’epoca della nostra storia.

Il “Libro Nero” del titolo è esistito veramente?
“Certo, sono stati scritti molti articoli al riguardo. Gerard ne aveva letto per la prima volta in Moordenaarswerk (Lavoro da assassini) di Hans van Straten, un libro pubblicato negli anni ’60 in Olanda. Ha pensato subito a farne la base di una sceneggiatura. Il “libro nero” in questione era l’agenda dell’Avvocato De Boer, una donna che fu uccisa per mano di ignoti subito dopo la fine della guerra. La De Boer aveva trattato durante la guerra con il comando dei tedeschi all’Aia e con la resistenza per cercare di evitare inutili spargimenti di sangue: molto spesso i tedeschi uccidevano i loro ostaggi per vendicare le uccisioni dei prigionieri della Resistenza. lo stesso ricordo di aver visto da bambino numerosi cadaveri all’Aia. Comunque, il libro nero della De Boer, contenente probabilmente i nomi dei più insospettabili traditori e collaboratori, non è mai stato ritrovato.”

Anche Rachel Steinn e Ronnie sono state ispirate a persone realmente esistite?
“Rachel nasce dalla combinazione di più personaggi: le partigiane Esmée van Eeghen e Kitty ten Have e l’artista Dora Paulsen. Il personaggio di Ronnie è invece totalmente fittizio, anche se all’epoca le ragazze come lei non erano rare: estremamente ingenua, facile preda dei cambiamenti politici. C’era gente così da entrambe le parti: anche il partito nazista olandese aveva dei sostenitori totalmente acritici. Non mi riferisco a quanti hanno creduto opportuno associarsi al partito nazista olandese nel 1941, ma a quelli che erano iscritti già nel 1933: coloro i quali avevano sacrificato tutto alla causa tedesca e per questo vi aderivano ancora più fermamente.”