Nessuno ha potuto negare che Bruce Willis sia stato gentile a concludere la conferenza stampa romana salutando uno alla volta i numerosi giornalisti accorsi ad incontrarlo. Purtroppo l’immagine del “divo disponibile” si è infranta e a fare notizia adesso è l’aggressione a Rino Barillari, fotografo del Messaggero nonchè re della “Dolce vita”, da parte dei due bodyguard dell’attore americano. Ma facciamo un passo indietro e procediamo con ordine. Lunedì (15 ottobre) Bruce Willis è giunto a Roma, direttamente da Los Angeles, per presentare alla stampa italiana il quarto capitolo della “saga” Die Hard. Dopo 22 anni Bruce Willis continua a vestire i panni del detective John McClane, questa volta impegnato ad annientare una minaccia informatica che rischia di paralizzare e far tornare all’età della pietra l’intera America. Nostante il tempo trascorso, Bruce si considera l’unico elemento di continuità dei quattro episodi ed afferma che l’attuale McClane “è me come ero venti anni fa…c’è tantissimo New Jersey in lui” . Ma come lui anche McClane è invecchiato. È più lento, non abbastanza da riuscire ad abbattere un elicottero con un auto, ed è più iroso ma con una buona dose di ironia che da sempre caratterizza l’inimitabile detective. Non a caso Willis ha tenuto a precisare che il lavoro svolto fino ad oggi sul personaggio di McClane non è altro che un “piccolo manuale d’istruzioni” per il McClane che verrà.  Pur considerando l’aver interpretato l’eroe masochista (definizione suggeritagli da un giornalista in sala) una tappa fondamantale del suo successo, Bruce Willis ci è apparso sicuro di sé. Sapendo che continuerà a ricevere numerose proposte di lavoro si può permettere di scegliere personaggi che in passato forse non avrebbe mai interpretato. Infatti a breve sarà impegnato sul set di due film, Pinkville e Against All Enemies, che l’attore ha definito “scomodi” in quanto rivelatrici di verità (attuali e passate) di cui l’opinione pubblica ignora l’esistenza. Nel primo sarà diretto da Oliver Stone e racconterà il massacro di My Lai del 1968 (nel quale quasi 500 persone, tra civili e soldati vietcong, persero la vita per mano statunitense). Il secondo, diretto da Robert Redford e tratto dal libro del generale Richard Clarke (consigliere per la lotta al terrorismo di tre presidenti statunitensi), accusa l’amministrazione Bush di aver anteposto la guerra in Iraq alla guerra contro al Qaeda sia prima che dopo l’11 settembre. Ed è proprio in tema di Casa Bianca che Bruce Willis ieri ha dichiarato che “non importa chi diventi Presidente, se una donna od un uomo di colore, l’imporatente è che venga risolto il problema del terrorismo”. Ma dopo tanta saggezza e disponibilità apprendiamo che, sotto lo sguardo indifferente di Bruce Willis, i suoi due bodyguard hanno aggredito Rino Barillari dopo che questo aveva tentato di  immortalare il divo hollywoodiano nell’intento di scambiarsi effusioni con la sua compagna. Scenario dell’incidente, costato al “re dei paparazzi” il ricovero in ospedale, il ristorante I due ladroni in Piazza della Nicosia.