Che cosa hanno in comune un giornalista, un medico, un assistente universitario? Che cosa li lega in una girandola di sitazione esilaranti e comiche. Semplice. Hanno un nemico comune:i raccomandati.Così la pellicola di Giambattista Avellino, C’è chi dice no (da venerdì 8 aprile in 320 sale distribuito da Universal e prodotto da Cattleya) propone una commedia brillante, diversa e originale, per affrontare un tema sociale e condiviso. Seguendo le vicende di tre precari, delusi e maltrattati dalla vita, Max, Irma e Samuele (Argentero, Paola Cortellesi e Paolo Ruffini), che stanchi di aspettare un’assunzione eternamente rimandata, fondano un finto movimento di protesta, il film di Avellino (con la convincente sceneggiatura di Fabio Bonifaci) racconta il “danno” umano causato dal raccomandato di turno che soffia il posto a qualcuno che lo meritava di più e che spesso lo aspettava da anni.La rabbia e il dolore che deriva da questa situazione vengono raccontati attraverso l’ingenua vendetta messa  a punto dai protagonisti che maturano l’assurdo proposito di rendere la vita impossibile a chi ha distrutto la loro. Un tema drammatico, dunque, trattato in modo divertente e goliardico nella cornice di una città magica come Firenze. “Abbiamo una grande tradizione di commedie che hanno utilizzato la risata per farci riflettere – commenta Albertazzi, guest star del film nel ruolo del “barone” universitario  – e del resto anche quella di Dante era commedia. Credo che questo sia un buon film, girato con leggerezza. Oltre che contro il nepotismo, si scaglia contro la burocrazia che soffoca il Paese”.