Il festival è diretto da Emanuela Cascia, Marina Fabbri, Giorgio Gosetti; è promosso dal Co-mune di Courmayeur e dall’Assessorato al Turismo della Regione Valle d’Aosta con il con-tributo dell’AIAT Monte Bianco e il sostegno della Direzione Generale Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Courmayeur Noir in Festival è una realizzazione STUDIO resa possibile anche dall’impegno di sponsor privati come MINI Italia, il Gruppo Napapjiri, il Casinò de la Vallée di Saint Vincent e, da quest’anno, la collaborazione con il canale tematico Fox Crime.
Cinque le sezioni in cui si articola il programma dell’edizione 2006
La selezione ufficiale per il cinema con 15 titoli in anteprima assoluta di cui 10 in concorso tra i quali la giuria internazionale sceglierà il vincitore del Premio Valle d’Aosta Cinema, il Premio Napapjiri per il migliore interprete e il Premio Speciale della Giuria. Il Premio del Pubblico – Fox Crime andrà invece al film più votato dagli spettatori.
Tra i titoli più attesi: il ritorno della coppia Tony Scott / Denzel Washington nell’adrenalinico Déja vu con New Orleans squassata da un attentato terroristico; i francesi La tourneuse des pages (una delle rivelazioni dell’ultimo festival di Cannes) e il pluripremiato OSS 117 – Il Cairo, nido di spie, gli americani: Alpha Dog e The Trials of Darryl Hunt (entrambi in o-dore di scandalo) l’omaggio alle atmosfere del noir più classico Lonely Hearts e il B-Movie 10th & Wolf di Robert Moresco, lo sconvolgente ritratto del dittatore Idi Amin nell’inglese The Last King of Scotland, l’atteso horror Non aprite quella porta – L’inizio di Jonathan Liebesman, il fantastico The Covenant di Renny Harlin, il capolavoro ritrovato del 1929 L’uomo forte..
Per la sezione letteraria quest’anno è centrale il tema della metropoli, a cui viene dedicato l’incontro Le città in nero. Scrittori italiani e stranieri raccontano le loro città, diventate, da semplice sfondo, veri e propri personaggi delle storie contemporanee della violenza. Oltre a Elmore Leonard, definito dalla critica americana il ‘Dickens di Detroit’, partecipano all’incontro; James Hall cantore della Miami violenta dei nostri anni, Harlan Coben con la sua New York tra leggenda e realtà, l’islandese Arnaldur Indridason vera scoperta della “nuova onda” scadinava. E gli italiani Enzo F. Carabba, Marcello Fois, Marco Vichi, curatore dell’antologia “Le città in nero” (Guanda).
Tra gli altri protagonisti del circolo Napapjiri: gli americani Harlan Coben autore di Subur-bia killer (Mondadori), James W. Hall con il bestseller Acqua profonda (Piemme) e l’inglese Andrew Taylor autore di Il ragazzo americano (Editrice Nord), magistrale ricostruzione de-gli anni londinesi di Edgar Allan Poe. Uno sguardo particolare è rivolto al noir dei paesi scan-dinavi con la presenza di Jo Nesbo autore de Il pettirosso (Piemme) e Arnaldur Indridason con La signora in verde (Guanda). Tra gli italiani, non poteva mancare quest’anno Giorgio Faletti con il suo nuovo libro Fuori da un evidente destino (Baldini&Castoldi).
Noir americano e italiano infine si confrontano nell’antologia The Dark Side (Einaudi) pre-sentata al Festival dal curatore Roberto Santachiara insieme ad alcuni degli autori dei rac-conti pubblicati.
MINI Noir sarà ancora una volta una sorta di “Festival nel festival” con film per i più giovani come Stormbreaker e le avventure create dal geniale disgenatore John Dilworth Leone il cane fifone, anteprime assolute come FLUSHED AWAY (“Giù per il tubo”) dagli autori di Wallace & Gromit, laboratori creativi realizzati insieme all’Istituto Europeo di Design – IED Milano che per l’occasione ha anche realizzato due mostre, una grafica dedicata all’illustrazione di due racconti di Carlo Lucarelli e una fotografica, creata sui temi del noir dai giovani allievi dell’istituto.
La televisione in noir sarà al centro di uno spazio autonomo con le anteprime di alcune delle serie americane più attese del momento in accordo con Buena Vista Entertainment e grazie all’accordo con Fox Crime, e uno speciale omaggio all’antologia italiana CRIMINI in onda su Raidue proprio in contemporanea con il Festival.
La sezione Doc Noir è dedicata quest’anno alla rivoluzione ungherese del 1956 e alle conse-guenze internazionali di quelle che furono definite le due settimane più lunghe del dopoguer-ra. In quell’anno il mondo tremò: equilibri, bene o male consolidati, furono messi a dura pro-va. La sfida di una piccola nazione contro la potente Unione Sovietica fu infatti uno dei mag-giori drammi per l’Occidente durante la Guerra Fredda. Nei giorni del festival verranno proiettati alcuni filmati inediti di produzione ungherese, italiana e americana e il film di Márta Mészáros L’uomo mai sepolto dedicato al rapimento e all’uccisione del premier ungherese Imre Nagy. Il 10 dicembre una tavola rotonda con Bernardo Valli, Demetrio Volcic, Andras Nagy, Attila Szakolczai, Márta Mészáros e altri ospiti internazionali, rifletterà sugli eventi di quell’anno e sulle conseguenze che ne subì l’assetto politico internazionale. La nostra in-chiesta pone al centro due misteri, uno sovietico e uno americano. Il primo è la scomparsa (e il ritrovamento) del corpo del primo ministro ungherese del 1956, Imre Nagy, narrato attra-verso il film di Márta Mészáros. Il film ripercorre la storia drammatica del primo ministro, sequestrato dai sovietici, ucciso nel 1958 in segreto e sepolto varie volte, l’ultima, con gli o-nori di Stato, solo nel 1991. Il secondo mistero riguarda la morte a New York del diplomatico delle Nazioni Unite Povl Bang-Jensen. Fu licenziato dalle Nazioni Unite nel 1958 dopo aver svolto l’incarico di vice segretario generale della commissione d’inchiesta sui problemi d’Ungheria costituitasi l’anno prima. Bang Jensen si era rifiutato di fornire ai suoi superiori la lista dei testimoni della rivolta ascoltati a porte chiuse, temendo che i nomi venissero resi noti. Un anno dopo fu trovato morto – apparentemente suicida – in un parco di New York nei pressi del Palazzo delle Nazioni Unite. Nel suo stomaco fu rinvenuto un antidepressivo usato dai servizi segreti sovietici. Era veramente un suicidio?
Infine i premi letterari: oltre al Premio Giorgio Scerbanenco- La Stampa per il migliore romanzo italiano (i cinque finalisti si conosceranno all’inizio di dicembre), verrà assegnato il Raymond Chandler Award al grande sceneggiatore e romanziere americano Elmore Leo-nard.
Di Leonard, lo scrittore preferito da Quentin Tarantino, è in uscita per Einaudi a fine novem-bre l’ultimo libro Hot Kid, mentre al cinema è atteso Killshot, l’ultima trasposizione firmata dal regista inglese John Madden (Shakespeare in Love e Proof ). Ma su Leonard, Hollywood ha ben due progetti pronti per il 2007: il remake di Quel treno per Yuma, per la regia di James Mangold, con Christian Bale e Russell Crowe (l’originale del 1957 in omaggio a Glenn Ford si vedrà a Courmayeur), mentre si parla di un esordio alla regia dell’attore americano Don Cheadle (Hotel Rwanda) con Tishomingo Blues, di prossima produzione da parte della coppia Clooney-Soderbergh.