«Ho visto Milano per la prima volta a 19 anni. Appena scesa dal treno ho preso un taxi e mi sono fatta portare davanti alla sede del “Corriere della Sera”. Studiavo Scienze della comunicazione all’università, e per me era il quotidiano nazionale per eccellenza. Volevo vederlo almeno da fuori». Quindici anni dopo Cristiana Capotondi (in edicola sabato 5 settembre su “Io donna” e su iodonna.it) è tornata al “Corriere”, stavolta “da dentro”, per girare un documentario sul giornale. Si chiama “Solferino 28” e fa parte di “Milano 2015”, un lungometraggio formato da sei documentari brevi che raccontano il cambiamento della città nell’anno di Expo che sarà presentato nei prossimi giorni alla mostra del cinema di Venezia. Per l’attrice, romana, è anche una dichiarazione d’affetto per la città in cui ha scelto di vivere da otto anni per amore (il suo compagno Andrea Pezzi abita qui) ma non solo: «Milano ti fa venire voglia di fare, canalizza energia e produttività come poche altre. Se è cambiata? Mi sembra di sì, e in meglio: la trovo più vivibile, accogliente e con una nuova coscienza estetica».