In Islanda l’eruzione del vulcano Eyjafjallajkull (foto Ansa) ha proiettato nell’atmosfera a una quota di 4/5 Km una massa calda di polveri e gas. Una nuvola in grado di influenzare il clima localmente, ma che potrebbe avere effetti più estesi anche sugli alimenti. Tuttavia l’effetto di gran lunga rilevante è quello dovuto alle polveri. A seconda della consistenza e del tipo di eruzione, la nube vulcanica forma uno strato di polveri che può arrivare, secondo gli esperti dell’Enea, anche a rivestire tutta l’atmosfera terrestre. Per tale motivo l’ European Food Safety Authority (EFSA), l’Agenzia Europea che si occupa dei controlli nella stessa materia sotto l’egida della Commissione Europea, sta indagando su possibili rischi per la sicurezza alimentare conseguenti all’eruzione vulcanica. Nei giorni scorsi la Commissione europea, ha inviato una lettera all’EFSA chiedendo la consulenza urgente sui rischi di contaminazione che possa derivare da ricaduta di ceneri. La lettera afferma: “Tenendo conto della composizione chimica delle ceneri, le questioni possono essere sollevate sulla contaminazione potenziale della catena alimentare e sui rischi connessi per la salute pubblica e degli animali. In particolare la presenza di livelli significativi di fluoro nelle ceneri potrebbe potenzialmente influire sulla salute degli animali in caso di ricaduta di cenere”. Entro un mese saranno presentati i risultati dell’indagine sul rischio a lungo termine derivante da un’esposizione indiretta.