Dopo essere stato accolto tiepidamente al 59° Festival di Cannes, esce nelle sale italiane il 20 luglio Fast Food Nation del regista indipendente americano Richard Linklater (candidato all’Oscar per Prima del Tramonto). Il film, a metà strada tra il documentario e la finzione, è basato sull’omonimo bestseller di Eric Schlosser. Pubblicato nel 2001 e rimasto in vetta alle classifiche di vendita americane per più di un anno, il libro è un’inchiesta sulla realtà dei fast food statunitensi e sui processi produttivi e distributivi di queste catene alimentari a basso costo. Richard Linklater, dopo aver letto il libro, non ha voluto realizzare un documentario che sembrasse una provocazione fine a sé stessa ma piuttosto adattare il testo costruendo un intreccio di storie parallele che ruotassero intorno a problematiche riguardanti immigrazione, condizioni estreme di lavoro nei mattatoi e concerie, contaminazione del cibo ed obesità.Dello stesso parere era Schlosser, per nulla intenzionato a vedere trasformare la sua opera in un documentario. Così Linklater, vegetariano convinto, e Schlosser hanno iniziato a lavorare alla sceneggiatura di Fast Food Nation. I due hanno dato vita al personaggio di Don Henderson (Greg Kinnear). Marketing executive di una catena di fast food, per scoprire le cause della contaminazione della carne all’interno dell’hamburger campione di vendita dell’azienda per cui lavora, dovrà intraprendere un viaggio dantesco attraverso la “Middle America”. Quella dei centri commerciali, dei grandi mattatoi e dei ranch. Una terra di frontiera dove gli immigrati trovano le condizioni “ideali” per potersi inserire in una in una realtà di sfruttamento e soprusi. Da qui la scelta di un cast di attori di lingua spagnola, affiancati dalla partecipazione di Patricia Arquette, Ethan Hawke e Bruce Willis. Fast Food Nation, girato tra le Rocky Mountains e il Messico, “regala” allo spettatore una serie di scene riprese all’interno di un mattatoio in cui l’occhio freddo della cinepresa mostra l’uccisione e la macellazione di bovini. Immagini forti che rendono le condizioni di lavoro all’interno dei mattatoio, fabbriche a tutti gli effetti.Un film “utile” per riflettere un paio d’ore su ciò che la massa mangia senza rendersene conto. Un film “inutile” a risvegliare le menti drogate e assopite dei consumatori di hamburger e frequentatori di fast food.