Tra i cibi che si possono assumere tranquillamente quando la glicemia è alta ci sono verdura e frutta, ricche di fibre, antiossidanti e preziosi micronutrienti. Mentre fino ad alcuni anni fa in caso di diabete si sconsigliava la frutta più zuccherina (uva, kaki, banane) e il consumo di carboidrati complessi (pasta, pane e prodotti da forno), oggi questi alimenti non vengono più vietati, piuttosto si consiglia di non esagerare con le quantità: 2-3 porzioni di frutta al giorno accompagnata da almeno 2-3 porzioni di verdure, sia crude che cotte.

Vanno preferiti i cereali integrali alle farine bianche, in quanto hanno un indice e un carico glicemico inferiore. Gli zuccheri semplici (glucosio, fruttosio, saccarosio) vanno limitati a 1-2 cucchiaini al giorno optando per lo zucchero integrale di canna o il malto; vanno evitate le bevande zuccherate che contengono spesso zuccheri concentrati come sciroppo di glucosio- fruttosio, saccarosio o fruttosio in quantità alte o dolcificanti artificiali che potrebbero stimolare un’eccessiva produzione di insulina o favorire l’accumulo di grasso nel fegato. Ridurre le proteine animali (soprattutto carne e latticini) a favore di un’alimentazione vegetale ricca di legumi, sembrerebbe stimolare una migliore attività dell’insulina, favorendo così un abbassamento della glicemia. La stessa cosa può fare un’attività fisica aerobica di almeno 30 minuti 4-5 volte a settimana. Anche un’integrazione con estratto di corteccia di cannella nella dose di 1400 mg/die potrebbe migliorare il controllo della glicemia, con un effetto fino alle 12 ore successive al pasto.

Una spremuta al giorno…
Toglie il medico di torno! Un detto popolare che si è soliti sentire per le mele, eppure sembrerebbe che anche il succo fresco d’arancia possa avere effetti salutari se assunto quotidianamente. In uno studio apparso di recente su Internal Journal of Food Science and Nutrition, dei volontari hanno consumato giornalmente, per otto settimane, succo d’arancia rossa fresco. Il risultato? Una riduzione del colesterolo cattivo, dei marcatori di infiammazione, della pressione, associati a una maggiore capacità antiossidante del sangue. In pratica un miglioramento di alcuni dei più importanti parametri utilizzati per la diagnosi di sindrome metabolica, caratterizzata da dislipidemia, insulinoresistenza, ipertensione arteriosa e accumulo di grasso attorno alla vita. Un’arma in più, quindi, per contrastare le malattie croniche e aumentare il livello di benessere.

Riscoprire il topinambur
Il topinambur è un tubero ancora poco utilizzato. La sua povertà in amido e la ricchezza in inulina, fibra solubile che tende a ridurre l’assorbimento intestinale di zuccheri e grassi e quindi ad abbassare i livelli di glucosio e lipidi nel sangue, ne fa un alimento prezioso, soprattutto nel diabete. L’inulina facilita la crescita di batteri amici nell’intestino. Il topinambur può anche essere consumarlo crudo, ad esempio grattugiato nelle insalate: favorisce un prolungato senso di sazietà.

FONTE: CUCINA NATURALE