Uno studio condotto da un team della Scuola di Medicina dell’Università di Cardifff, pubblicato sul “British Journal of Psichiatry”, dimostra come i figli di madri fumatrici abbiano sviluppato più facilmente disturbi psichici. I ricercatori hanno preso in esame le storie cliniche di un campione di adolescenti inglesi e delle rispettive famiglie, collegando direttamente la contrazione di malattie mentali da parte degli adolescenti con l’antica passione per il tabacco delle loro madri.È risultato che i figli di donne fumatrici avevano il 20% di possibilità in più rispetto ai compagni di soffrire di psicosi, quali deliri e allucinazioni. Rischio che saliva fino all’84% se la madre era una tabagista accanita e fumava più di venti sigarette al giorno. L’origine del danno? L’azione invasiva e distruttiva del fumo proprio nella zona del cervello deputata all’attenzione e alla cognizione. Secondo la squadra coordinata dal prof. Stanley Zummit, il tabacco ha effetti paragonabili solo a quelli dell’alcol, se assunto in dosi superiori alle 21 unità settimanali per tutti i nove mesi della gestazione. Esclusa dalla triste rosa dei veleni, invece, la cannabis: nei figli delle (poche) donne che hanno ammesso di averne fatto uso in gravidanza, non sono state riscontrate anomalie cerebrali. Nonostante i ripetuti moniti sulla dannosità del fumo per le donne incinte, il fenomeno del tabagismo in gravidanza non si è drasticamente ridotto come si stimava: in Gran Bretagna, ancora oggi, al 20% delle donne non basta il pancione per decidere di buttar via il pacchetto.