Martedì 23 maggio, è stato presentato, presso il Teatro Argentina, a Roma, l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, intitolato I grandi vecchi. Il libro raccoglie trentatré interviste di personaggi famosi del mondo della televisione, del cinema, dello sport, del teatro e della politica che svelano aspetti buffi, inediti e inattesi della loro vita e rendono allo tempo stesso uno spaccato dell’Italia del loro tempo. Presenti alla presentazione del libro quattro dei“grandi vecchi”, Franco Zeffirelli, Renzo Arbore, Enza Sampò e Giorgio Albertazzi. Mostri sacri che hanno commentato il libro con Cazzullo, aggiungendo ulteriori particolari sulla loro giovinezza. Il calibro delle personalità presenti sul palco ha permesso all’autore del libro di spiegare quale fosse il reale motivo che lo aveva spinto a raccogliere trentatré storie di personaggi così diversi tra loro per cultura, carriera ed opinioni politiche. Lo stesso titolo, infatti, nasce dall’ambizione di narrare le esperienze di persone che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’Italia, impronta tutt’ora visibile, e che hanno vissuto i periodi cruciali del secolo scorso. Mario Monicelli rievoca la marcia su Roma, Gino Paoli il periodo delle foibe, Enza Sampò la sua esperienza nella neonata Rai. C’è però un altro aspetto che il giornalista vuole mettere in luce con questo libro e cioè la lentezza del rinnovo generazionale in Italia. Lentezza dovuta, secondo Cazzullo, a due cause principali: il familismo strisciante, di cui l’Italia è vittima da anni, e la mancanza di ideologie da parte dei giovani. “I grandi vecchi”è quindi un apprezzabile tentativo di raccontare la storia italiana attraverso i personaggi italiani più rappresentativi, ma anche un ottimo resoconto critico sull’Italia attuale, incapace di uscire dal suo passato fatto di polvere e onori.