Nell’anno dell’esordio cinematografico e del ventesimo anniversario dei personaggi di Matt Groening, gli undici saggi contenuti nel volume indagano le ragioni del successo di una serie che ha ridefinito i confini dell’animazione ed è diventata un classico della cultura popolare.
 L’inesauribile  appetito di Homer e del suo ventre ipertrofico è la metafora più evidente, e divertente,
dell’essenza stessa de I Simpson: la sua implacabile fame di cibo spazzatura, birra e consumo riecheggia la natura culturalmente onnivora ed insaziabile della serie nel suo complesso.
 A partire da questo assunto il libro analizza le vicende dei gialli con un approccio multidisciplinare, assolutamente originale nell’ambito editoriale italiano, e semanticamente coerente con la natura postmoderna della serie. I Simpson hanno infatti saputo trovare ispirazione in linguaggi e domini culturali ritenuti distanti da quelli che tipicamente alimentano l’immaginario dei cartoni animati.
Allo stesso modo, il volume studia la serie da ambiti disciplinari dai quali non è consueto approcciarsi
all’analisi di un prodotto televisivo.
Accanto a saggi più classicamente massmediologici (analisi narratologica, dell’audience, della figura di Marge e Lisa Simpson nella prospettiva dei gender studies…), sono quindi presenti saggi che analizzano la serie da prospettive inconsuete: l’architettura, la rappresentazione dei modelli di consumo, la traduttologia, la psicologia dell’espressione delle emozioni primarie…
Gli Autori dei saggi sono tutti coinvolti, a vario titolo, nell’attività di ricerca e docenza accademica, in Italia e negli Stati Uniti. Il libro è il primo volume della collana Grandi serie televisive americane, diretta da Franco Monteleone e Vito Zagarrio, professori al Dams dell’Università Roma Tre.
La collana nasce dalla volontà di studiare un fenomeno, quello della serialità televisiva americana, che ha oggi il merito di documentare un passaggio storico delicatissimo, ponendosi come vero e proprio testimone di un’intera epoca, non solo per la capacità di osservarla e raccontarla con sguardo lucido e voce autorevole, ma anche per l’intatta e insuperabile attitudine ad intrattenere grandi masse di spettatori.