Il Libano, lacerato dalla guerra civile e ancora pieno di ferite aperte, sarà protagonista della giornata inaugurale (venerdì 1 dicembre) della 47esima edizione del Festival dei Popoli. Dopo l’assassinio del Primo Ministro Hariri nel luglio 2006, nel paese dei cedri si susseguono tutt’oggi le tensioni e la nazione rimane al centro dei riflettori internazionali. Il documentario ‘ I diari di Beirut’ (ore 21.30, Alfieri Atelier, Concorso Internazionale), attraverso i racconti di una 25enne, racconta paure e speranze dei giovani libanesi, preoccupati per le proprie divisioni interne e fiduciosi per un futuro di pace. La pellicola, diretta da Mai Masri (presente al festival), ripercorre con grande attualità le manifestazioni di piazza e i momenti di riflessione collettiva del popolo libanese negli ultimi mesi.

L’onda dell’attualità viene cavalcata anche in ‘ Beijing Bubbles’ (ore 23, Alfieri Atelier, sezione Filmare la Musica), il documentario che, attraverso il monitoraggio di cinque giovani band del punk e del rock di Pechino, riflette sull’americanizzazione della società cinese. Ottanta minuti di immagini per osservare i grandi cambiamenti del Regno di Mezzo con la lente d’ingrandimento del mondo della musica.

Per il programma completo www.festivaldeipopoli.org