Dopo Pater familias Franceso Patierno ritorna con Il mattino ha l’oro in bocca, film tratto dal romanzo Il giocatore di Marco Baldini. Ecco il racconto del regista: Il libro in realtà rappresenta solo uno spunto: dopo aver incontrato più volte Baldini che mi ha raccontato vari episodi reali sulle sue turbolente vicissitudini e sul contesto storico della vicenda ho arricchito e integrato il copione riscrivendolo diverse volte accentuando lo spaccato, a metà tra commedia e dramma dell’Italia di fine anni ’80 e primi anni ’90, che fa da sfondo. Questa volta ho scelto il tono della commedia amara perché anche nei momenti drammatici può scappare un sorriso. Non avendo mai giocato e non amando il gioco non volevo che fosse questo l’argomento principale del film: non c’è denuncia diretta, il gioco è una metafora, un meccanismo che porta una persona normale rispetto a quelli che frequentano le sale giochi a cercare uno stimolo all’ormone dell’adrenalina. Non sapendo come sfogare la sua inquietudine finisce col credere che possa farlo attraverso la radio ma quando scopre il gioco capisce che quello è il vero incontro della sua vita. Tutto è però molto amalgamato e avviene in maniera silenziosa e non esplicita in una commedia sull’esistenza umana, una sorta di diario di formazione sul cambiamento di un giovane che da una dimensione circoscritta si trova catapultato in un mondo più grande di lui, con responsabilità professionali e derive pericolose.La nostra storia approfondisce il rapporto di amicizia nato tra Fiorello e Baldini quando i due si conobbero circa 18 anni fa a Radio Deejay. Non ho cercato dei sosia per interpretare i due personaggi ma ho voluto ricrearli come li vedevo io. La scommessa del film è di poter vivere comunque di vita propria restando un racconto autonomo, pur facendo nomi e cognomi.   Ad Elio Germano è toccato l’arduo compito, superato a pieni di voti, di rendere Marco Baldini. La sua esperienza:  Tra i vari momenti di studio e documentazione ho incontrato Marco Baldini rendendomi conto che analogamente a Fiorello non è una persona che “cazzeggia” ma un grandissimo professionista che svolge il suo lavoro dietro le quinte con enormi capacità. Marco è poi venuto a trovarci qualche volta sul set, è una persona che come tutti noi è allo stesso tempo tante persone insieme. Così quello che interpreto è un personaggio che poi alla fine ne rappresenta tanti perché ogni ambiente ti porta ad essere una persona diversa. Ne è uscito fuori un uomo un po’ distaccato da cose e persone,  un uomo che nella sua mente vive a un ritmo frenetico ed è “scollegato”, desidera bruciare il tempo e le attese, va sempre avanti senza mai interrogarsi su quello che sta facendo e sul perché.Rispetto al Baldini reale ho deciso di non imitare l’originale, non essendoci tra noi nessuna particolare somiglianza fisica. Personalmente il film mi fa pensare a un Pinocchio ambientato negli anni ’80, è in sostanza un romanzo di formazione, con un personaggio tenero, bizzarro e immaturo che incontra un’altra serie di personaggi, c’è un Gatto e c’è una Volpe, un Lucignolo, un babbo che torna in scena e tante altre figure che ricordano il romanzo di Collodi, con l’aggiunta di un protagonista capace di mentire continuamente e di un rapporto particolare con la famiglia e con quello che rappresenta e un rapporto speciale con il lavoro: sono tanti gli elementi che fanno pensare a quella storia e a quel simbolismo.
Fiorello è interpretato con perfetta adesione e leggerezza da Corrado Fortuna mentre Laura Chiatti è la ragazza della ricevitoria in cui il protagonista si imbatte una volta arrivato a Milano, un incontro molto forte ma non scontato tra due personalità diciamo così debordanti. Concludono il cast Martina Stella nel ruolo della fidanzata di Marco a Firenze, l’impareggiabile Umberto Orsini è uno strozzino ironico, mentre Dario Vergassola è il direttore di Radio Deejay.