Ad accogliere i visitatori all’ingresso del Giardino dei Tarocchi uno spesso muro di recinzione con una sola grande apertura circolare al centro: è lo splendido padiglione creato dagli architetti Mario Botta e Roberto Aureli come una soglia che divida nettamente il Giardino dalla realtà quotidiana.

Varcata l’apertura, ci si inerpica lungo una strada sterrata che sale fino alla grande piazza centrale. Qui si trovano le prime figure degli arcani maggiori dei tarocchi: la Papessa ed il Mago. Le due statue, unite, sovrastano una grande vasca d’acqua e segnano simbolicamente l’inizio del percorso.  Costruita per essere una sorta di grande anfiteatro, la piazza comunica da subito al visitatore quel senso di straniamento e di splendida visionarietà che anima l’intero giardino. Lungo l’intero perimetro corrono le sinuose panchine create da Pierre Marie Le Jeune su modello di quelle di Gaudí.

Le strade che si dipartono dalla piazza percorrono itinerari diversi che salgono o scendono lungo il costone seguendo le sinuosità del terreno. Anche le strade giocano un ruolo fondamentale qui: sul cemento che le ricopre, infatti, Niki de Saint Phalle ha inciso indelebilmente appunti di pensiero, memorie, numeri, citazioni, disegni e messaggi di speranza e fede, creando un percorso non solo fisico ma soprattutto spirituale.

Un viaggio visionario e affascinante attraverso la fantasia di un’artista. Un’opera d’arte “percorribile” che merita davvero il tempo trascorso a visitarla. Il Giardino dei Tarocchi si trova a Capalbio, a meno di un’ora da Grosseto e dalla Fattoria San Lorenzo.

Fattoria San Lorenzo
Responsabili Serena Capitoni ed Isacco Scorza
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