Una lunga scia blu fatta di bandiere a costeggiare i numerosi stand dai quali si sollevavano odori di pesce arrosto e di mare fresco, per ricordare che la spiaggia di fronte ha ottenuto anche quest’anno l’ambito riconoscimento per la limpidezza delle acque e la pulizia del bagnasciuga. E a sottolinearlo prendono vita cinque ‘notti blu’: è la Sicilia a due passi da Taormina, è la spiaggia di Marina di Cottone, a Fiumefreddo di Sicilia. E sulla sabbia, a tre metri dallo sciabordio, un grande palco ricco di luci e strumenti, e un elenco di big per regalare note e voce: da Francesco Baccini a Max Gazzè, da Anna Tatangelo a Roy Paci. Suoni diversi per orecchie diverse. Un trio d’eccezione è quello che fa registrare i maggiori entusiasmi: Max Gazzè, Paola Turci e Marina Rei. Eleganza, potenza, classe. Due grandi voci, quella graffiante di Paola Turci e quella potente e delicata di Marina Rei, insieme alla leggera e unica ugola di Max Gazzè, il tutto miscelato da una energia non indifferente. Chitarra per la Turci, basso per Gazzè e percussioni per la Rei (che un paio di volte ha imbracciato anche una chitarra acustica): venti minuti di unplugged e poi altri tre strumentisti per lanciarsi sul rock (batteria, chitarra elettrica e violino, che a tratti lasciava il posto alle tastiere). I miei complimenti, Calma apparente, Cara Valentina: questi e altri pezzi tra i più noti dei tre abilissimi cantautori hanno riempito la notte di San Lorenzo della spiaggia blu siciliana. Ottime le scelte in scaletta e ben arrangiate le canzoni, con la Rei spesso a prestare la voce ai brani della Turci e viceversa, e Gazzè onnipresente coi suoi suoni. Quet’ultimo è stato il vero animale da palcoscenico: trascinatore, abile nell’incantare la gente sulla sabbia, è la vera star dei tre. Le sue canzoni sono quelle che scaldano di più il numeroso pubblico ai piedi del palco e diffuso su tutta la spiaggia, accanto al verde bosco marino. Così il finale diviene tutto suo: dopo il bis, il consueto inchino e il pubblico che chiede i pezzi che il baffuto artista non ha eseguito (dei tre Max è quello che si è concesso meno). Parte quindi il basso trascinatore di Una musica può fare, insieme alla voce: tornano agli strumenti Paola Turci e Marina Rei, che ci mettono pure la voce. Arrivano anche gli altri strumentisti, e quando Max vede palco pieno e pubblico che canta decide di lasciare il basso: chiama i tre tecnici di palco, gli affida gli strumenti e si improvvisa polistrumentista (passando dalle percussioni alla chitarra elettrica, divertito e divertente), finendo poi per dirigere tutti, musicisti e pubblico. Nessuno, alla fine, ha alzato il naso per le stelle. E le stelle son rimaste a guardare.