“Non permettere a nessuno di dirti che quello che desideri è irraggiungibile…Se hai un sogno, devi difenderlo…Se vuoi qualcosa, vai e prenditela. Punto.”

Il 12 gennaio scatta l’ora X. Dopo il successo ottenuto ai box office americani, il pubblico italiano potrà godere dell’ultima “fatica” made in America di Gabriele Muccino: LA RICERCA DELLA FELICITÀ.

Il film incentrato sul tema del “sogno americano” e delle sue contraddizioni narra la storia di Chris Gardner (Will Smith), un padre di famiglia che fatica a sbarcare il lunario. Nonostante i lodevoli e coraggiosi tentativi di tenere a galla il matrimonio e la vita famigliare, la madre (Thandie Newton) del piccolo Christopher, che ha solo cinque anni (Jaden Christopher Syre Smith) non riesce più a sopportare le pressioni dovute a tante privazioni e, incapace di gestire la situazione, decide di andarsene. Chris, trasformato in un padre single, continua a cercare ostinatamente un impiego meglio retribuito utilizzando le sue notevoli capacità di venditore. Alla fine riesce ad ottenere un posto da praticante presso una prestigiosa società di consulenza di borsa, e sebbene si tratti di un incarico non retribuito, lo accetta con la speranza che alla fine del praticantato avrà un lavoro e un futuro promettente. Privato dello stipendio, Chris e il figlio, vengono sfrattati dall’appartamento e costretti a dormire nei ricoveri per i senza tetto, nelle stazioni degli autobus, nei bagni pubblici o ovunque trovino un rifugio per la notte. Nonostante i suoi guai, Chris continua ad essere un padre affettuoso e presente, usando l’amore e la fiducia che il figlio nutre per lui come spinta per superare tutti gli ostacoli che incontra sulla sua strada.

Durante la produzione del film, Gardner ha deciso di scrivere la sua storia in un libro non romanzato, intitolato “The Pursuit of Happyness”, che è stato pubblicato all’inizio di quest’anno ottenendo successo di critica e pubblico. In Italia, edito Fandango Libri, è uscito con il titolo “La Ricerca della Felicità”.

Sebbene numerosi registi avessero espresso il desiderio di dirigere LA RICERCA DELLA FELICITÀ dopo la lettura della sceneggiatura di Steve Conrad, è stato Smith a scegliere Gabriele Muccino dopo aver visto “L’ultimo bacio” (vincitore del Premio del Pubblico al Sundance Film Festival 2002). Con il “motto” :“essendo americani non siete in grado di capire fino in fondo il concetto stesso del sogno americano…per cogliere al meglio la sua essenza e il suo significato devi essere straniero”, Muccino si è conquistato la fiducia di Smith. Peccato che il film pecchi per la mancanza di azione e per qualche riferimento di troppo a capolavori come “Ladri di biciclette” e “Umberto D”. Abituati alle raccomandazioni e all’assenza di meritocrazia, storie come quella di Gardner, a differenza degli americani, ci appaiono pura utopia. Le scelte registiche e la sceneggiatura scarna fanno risultare il film poco coinvolgente. Se non fosse per la capacità attoriali di Will Smith (candidato come miglior attore ai Golden Globe), che di certo non necessitava di Gabriele Muccino per mostrare il suo talento, si rischierebbe l’appisolamento.