Nel 1999, lo scrittore e regista M. Night Shyamalan affascinava il pubblico con il thriller di grande successo internazionale II sesto senso, una storia costruita su più livelli, ricca di suspense e emozione. Ha girato poi altri blockbuster, come Unbreakable, The Sign e The Village, affermandosi quindi come un grande narratore, con una sua personalissima visione.

Nell’era in cui i reality-show hanno saturato l’etere e l’immaginazione cinematografica sembra scarseggiare, Shyamalan scrive storie originali e ispirate per il grande schermo, ammaliando gli spettatori con racconti che mescolano tensione, dramma, umorismo e forti emozioni e uno stile inconfondibile, caratterizzato da accurate composizioni, scene che si disvelano in lunghi piani sequenza alternati a brevi colpi di scena. “I miei film sono un’espressione del mio modo di essere e di concepire i sentimenti,” afferma Shyamalan. “Ognuno di loro parla delle cose che sto affrontando in quel momento. Credo che sia importante essere onesti con il pubblico, anche nel contesto di una fiction che tutti possono godersi”.
Lady in the Water nasce come una storia raccontata da Shyamalan per far addormentare le sue due figlie. “Alle mie bambine racconto qualsiasi cosa mi salti in mente, così liberamente”, dice del loro rituale serale. “Sapevate che c’è qualcuno che vive sotto la nostra piscina?” ha detto Shyamalan una sera, iniziando una storia che è andata avanti per giorni e settimane. “Si è sviluppata sullo stile di un’odissea”, ricorda. “C’era qualcosa in quella storia che mi spingeva a raccontarla ogni notte e svilupparla. Quando è finita, ho parlato con le mie figlie di cosa era accaduto ai personaggi. Avevano un fascino particolare”.

Lady in the Water racconta la leggenda di Story (BRYCE DALLAS HOWARD), un’incantevole giovane donna dall’aspetto di ninfa, e Cleveland (PAUL GIAMATTI), il custode di un edificio cadente, il quale scopre che la ragazza in realtà è una Narf, un antico personaggio epico delle storie per bambini, che è arrivata sulla terra per adempiere ad un compito sacro e vitale. Rimasta intrappolata fra i due regni, ha cercato rifugio nelle condutture della piscina dell’edificio di Cleveland, ma la sua missione e la sua fragile esistenza sono in pericolo. Il desiderio di Story di ritornare nel suo mondo è ostacolato da feroci creature che cercano di fermarla, con conseguenze catastrofiche per il regno degli umani. Così Cleveland e gli altri inquilini collaboreranno per svelare il mistero del destino della ragazza, e scopriranno di essere anche loro destinati a diventare protagonisti di questa straordinaria storia.

In ogni film di Shyamalan è presente il tema della fede, in particolare Signs, e anche Lady in the Water si pone il problema di trovare uno scopo nella vita. “Ogni volta che mi allontano da quello che mi sono proposto di fare, mi sento profondamente infelice”, ammette Shyamalan. “Quando vedo la gente che non brilla, che non ha quel feeling tipico delle persone che ispirano, è perché non stanno facendo quello che invece dovrebbero fare. Non hanno trovato il loro scopo”.
Lady in the Water rappresenta l’ultimo capitolo del viaggio di Shyamalan come narratore, il settimo dei suoi film che hanno tutti storie differenti, ma un fine comune: ispirare e intrattenere. “Spero che la gente, uscendo dal cinema, senta fiducia in sé e negli altri; spero che ognuno trovi il proprio scopo e che noi tutti si sia in grado di fare quello che dobbiamo su questo pianeta”.