Nella società del “tutto e subito” assistiamo a scene che dovrebbero far riflettere sulla generazione di adolescenti deviati che popolano le strade e le scuole delle nostre città. Quali sono le attività di questi “grandi domani” quando non trascinano con aria fiacca zaini carichi di libri che se venissero sostituiti da patate non desterebbero perplessità dal momento che i “grandi domani” non se ne accorgerebbero. Quali sono i loro miti e soprattutto quale arricchimento spirituale e non pretendiamo da loro? Trovare una risposta a queste due semplici domande provoca solo grande sconforto.

Ma è la cronaca di questi giorni che ci può aiutare a rispondere. Lasciando da parte casi di anarchia scolastica, è curioso analizzare il successo mediatico che in queste ore sta riscuotendo il film Ho voglia di te (seguito di Tre metri sopra il cielo) e il suo attore protagonista Riccardo Scamarcio. Migliaia di ragazzine urlanti hanno invaso i luoghi della presentazione del film. Dopo l’assalto romano in Piazza della Repubblica, si sono presentate in diecimila in Piazza del Duomo a Milano per acclamare il loro Riccardo donando pupazzi, fiori e reggiseni. Diecimila per Scamarcio: ma chi è Scamarcio?

Nato a Trani il 13-11-1979, cresce ad Andria e alla fine degli anni ’90 si trasferisce a Roma. Dopo aver studiato recitazione alla Scuola Nazionale di Cinema, partecipa ad alcuni seminari di teatro apparendo anche in diversi spettacoli. Nel 2000 è tra i protagonisti della produzione televisiva “Ama il tuo nemico 2” e “Io ti salverò”. Nel 2002 debutta sul grande schermo con “Ora o mai più” di Lucio Pellegrini, seguìto da “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Ma è stato soprattutto il ruolo di Step in “Tre metri sopra il cielo”, diretto da Luca Lucini, tratto dal best-seller omonimo di Federico Moccia, a trasformarlo in una delle icone più amate dal pubblico adolescenziale. Nel 2005 è tra i protagonisti di “Romanzo criminale” di Michele Placido e del film “Texas”, opera prima di Fausto Paravidino, accanto a Valeria Golino.

Capiamo quindi che nel giro di appena tre anni Riccardo Scamarcio diviene una star. Il problema è che nessuno dei suoi fans si pone il quesito se questo “personaggio” sappia recitare. In alcuni dei suoi film è apparso nel ruolo del motociclista ed è sembrato che siano state proprio le moto a rubargli la scena. Forse perché maggiormente espressive di lui in quanto, più che un bel tenebroso, Riccardo appare un bell’addormentato. Del film Ho voglia di te non si parla poichè fa più notizia l’arrembaggio a Scamarcio che la serie di dialoghi banali tratti da un libro altrettanto banale che ha condizionato nei modi e nelle pratiche amorose (esempio il famoso palo stracolmo di lucchetti a Ponte Milvio) adolescenti banali. 

A questo Scamarcio possiamo affiancare un altro personaggio che può aiutarci a comprendere meglio le dinamiche dell’avere successo nel 2007: Silvio Muccino. Così riporta “Cinematografo”. Nato a Roma il 14-04-1982, diplomatosi al Liceo Classico Mamiani di Roma, è iscritto alla Facoltà di Lettere presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Fratello del regista Gabriele, nel 1999 esordisce come attore protagonista e soggettista in “Come te nessuno mai”. Visto il successo ottenuto, l’anno successivo si impegna molto per correggere un difetto di pronuncia e, nello stesso tempo continua il suo lavoro di sceneggiatore. Partecipa anche ad alcuni corti e nel 2003 al film di Dario Argento “Il cartaio” e “Ricordati di me” diretto dal fratello. Scritturato da Aurelio De Laurentiis, nel 2003 scrive e interpreta “Che ne sarà di noi” diretto da Giovanni Veronesi che lo dirige anche nel 2005 in “Manuale d’amore”. Durante questo film stringe i rapporti con Carlo Verdone con il quale per più di un anno lavora alla sceneggiatura di “Il mio miglior nemico” (2006) nel quale interpreta il giovane Orfeo, che sconvolge la vita del dottor De Bellis/Carlo Verdone.

In questo caso più che parlare dell’attore Silvio Muccino, “Cinematografo” ha pensato bene di fare un’introduzione mettendoci al corrente della carriera scolastica di questo personaggio in quanto più concreta di quella cinematografica. Il quesito che accompagna lo “sceneggiatore attore” è il seguente: ma ci fa o ci è? Non lo sapremo mai. Basti pensare che a breve anche lui sbarcherà ad Hollywood e con questo abbiamo detto tutto.

Non per ripeterci ma come mai da acclamare ed osannare attori con la “a” maiuscola del calibro di Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni, ci ritroviamo a dover assistere a scene di delirio, che sarebbe meglio definire di deliranti, per Riccardo Scamarcio e Silvio Muccino. Sono loro gli attori che ci meritiamo nel 2007? Purtroppo sembra così.