Ci sono artisti che dipingono ceramiche una tantum, e non le fanno mai in serie. E pittori che non ripetono i temi, e scultori che producono raramente. Generalmente, se il loro nome è noto, il pezzo diviene unico nel senso più pieno e prezioso del termine, e viene apprezzato in forma universale arrivando a definire volgare una valutazione economica, che quando per forza di cose c’è arriva vicino alla parola ‘inestimabile’. Gino Paoli è uno che lavora di penna e corde vocali, e non si è mai concesso al lavoro in serie. Da poco più di un mese i suoi pezzi unici sono stati spolverati e hanno preso una lucentezza che li rende nuovamente brillanti: Milestones. Un incontro in jazz. Enrico Rava alla tromba, Danilo Rea al piano, Rosario Bonaccorso al contrabbasso, Roberto Gatto alla batteria, Flavio Boltro alla tromba, Gino Paoli alla voce: è questo l’incontro in jazz dell’ultima pubblicazione del settantenne mito della musica italiana. E di incontro vero e proprio si è trattato: Milestones è la pubblicazione di una jam session che ha visto esibirsi insieme i sei musicisti in un’unica serata (con Renato Sellani special guest al piano). Un live di quelli che fanno storia, un avvenimento unico inciso per la storica Blue Note. Gli artisti che Gino Paoli ha scelto per realizzare il concerto sono fra le punte di diamante che lo stivale ha da offrire in campo jazz: pietre miliari loro, pietre miliari le canzoni, pietra miliare lui. Uno strumento unico, irripetibile: la voce di Gino Paoli in mezzo ai suoni dipinti dagli altri musicisti con i loro fiati, le loro corde, i loro tasti, diviene altro strumento. Ascoltando Milestones si ha la percezione che i versi di Senza Fine o di Quando siano suonati più che cantati, che le parole diventino unicamente note scaturite da un fiato differente dagli altri, o da un altro strumento a corde o un altro piano. È la peculiarità del mito, la caratteristica di chi non si può confondere fra l’immensa folla dei cantanti, molti dei quali si trovano sulle radio solo per tristi operazioni di marketing. Sapore di sale, Vivere ancora, La gatta, Che cosa c’è, Una lunga storia d’amore, Quando, Sassi, Il cielo in una stanza e Senza fine sono “le pietre” scelte da Gino Paoli, e insieme a loro fanno capolino tre classici del jazz: Time After Time, I fall In Love Too Easily e Stardust. Un vero e proprio omaggio confezionato per cristallizzare la grande musica. Suoni swing, accenni di walzer, improvvise fughe in avanti, passaggi quasi drammatici, corse inframezzate da lunghe passeggiate: tutto questo è Milestones. Un incontro in jazz.