Leggere Ballad of the Hanged o Ring around the H-Bomb anziché Ballata degli impiccati o Girotondo appare quantomeno curioso ai cultori del grande Faber. Eppure così è… 1969: Toni Cassetta decide di andare negli Stati Uniti per imparare, ascoltare, osservare il mercato estero anglofono e aprire le porte a Fabrizio De André: qualche settimana prima l’artista genovese aveva registrato in uno studio inglese nove brani racchiusi in un concept album che in inglese riportava il titolo Lament of the junkie, in italiano Tutti morimmo a stento. L’accento è a tratti un po’ alla Dean Martin, l’intenzione è pienamente di conquista. Ma il mercato sperato non si lascia invadere, l’Italia resta la patria unica. 38 anni dopo, oggi: viene fuori una rara prova della breve avventura canora. Un’unica copia test dell’album completo, con una copertina apribile a colori con artwork inedito e completamente diverso dall’edizione italiana. All’interno sono stampati tutti i testi in inglese e con i credits dettagliati dei musicisti che avevano suonato nell’album. Sulla quarta di copertina c’è una foto di De André con una breve biografia del cantante scritta in inglese. È la descrizione dell’Lp fatta da Mimmo Carrata, collezionista pugliese di rarità musicali targate unicamente Mark Knoplfler e Dire Straits (in questo possiede la più grande collezione al mondo, con tremila pezzi), che in questo caso, discostandosi un po’ dalla sua strada, si è fatto padre di una importante notizia. Il dono di un neo-ottantenne statunitense: per il suo ottavo decennale questo antiquario di vinile possessore di un maxiarchivio ha voluto svelare il segreto ad un amico che, come lui, ama i dischi di un tempo. Ed ora eccolo qui il raro Lp, ‘tornato’ in Italia. Qualche mese fa Dori Grezzi aveva svelato il ritrovamento di alcuni inediti di Faber, cioè diverse ballate popolari (non sue, tranne una) incise su nastro, e adesso questa nuova scoperta. A dimostrazione del fatto che l’importanza Fabrizio De André va ben oltre quel contenitore canzonettisco entro il quale viene spesso relegato, trovando sempre un motivo per rinnovare il corpus di studi. Si realizzano premi, si intitolano scuole, strade, piazze, si scrivono libri, si studia nelle scuole, nelle università: il nome del grande artista ligure, probabilmente una fra le penne più alte dell’Italia del Novecento, ha un significato al quale le semplici note musicali stanno strette. Lament of the Junkie, First Intermezzo, Legend of Christmas, Second Intermezzo, Ballad of the Hanged, Winter, Ring around the H-Bomb, Third Intermezzo, Relativity: questi i titoli della versione in lingua inglese di Tutti morimmo a stento. De André non riusci a conquistare il mercato inglese, è vero, ma i riconoscimenti internazionali non mancarono per il grande cantautore, che con Creuza de mä riuscì a dimostrare la sua grandezza ben oltre le Alpi, meritando il plauso dei più grandi. E comunque non tutti i mali vengono per nuocere: se avesse girato i palchi di tutto il mondo come avrebbe tradotto il suo belìn?