Camurri è una delle penne più brillanti tra i giovani giornalisti di oggi. Questo libro ha l’ambizione di raccontare l’Italia con quel genere di sarcasmo che piacerebbe a Ennio Flaiano, da cui Camurri riprende l’idea dei dizionari-sciocchezzai per mettere alla berlina cliché, mode, pose.
Edoardo Camurri cerca di capire l’Italia di oggi infilandosi in una folla di entusiasti per ascoltare, davanti a un maxischermo sotto il diluvio, il verbo di un filosofo di grido; facendosi largo tra le sfilate e gli stand di Roma Sposa; ascoltando i compagni di sventura di un viaggio ferroviario Roma-Milano con ritardo di cinque ore la domenica delle elezioni; intervenendo perfino come opinionista muto sul palco del festival di Sanremo. Cose che fanno pensare alla caduta dell’Impero romano (a proposito: non manca una visita al Colosseo tra finti centurioni e turisti prossimi al deliquio) e si trasformano in questo “inventario della stoltezza di massa”, in cui spiccano i dizionari delle parole dell’attualità (“Uccelli. Evitare i doppi sensi. Concentrarsi sull’aviaria”), delle parole da buttare e di quelle ex cattive.